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INTERVISTA DOPPIA A VALENTINA NAPPI E SUO MARITO! Valentina Nappi: house tour tra animali, gadget, design e amore! https://twitter.com/ValeN...

venerdì 23 marzo 2018

FESTEGGIAMO LA PRIMAVERA CON DUE CHICCE: UN VIDEO PORNO CON UNA RAGAZZA ORIENTALE CHE SI FA SCOPARE DA DUE BEI CAZZI ED UN BELLISSIMO FIOR DI LOTO, UNA GIOVANISSIMA RAGAZZA CINESE SI MASTURBA IN WEBCAM IN ESCLUSIVA SOLO PER I FAN DI PORNOLIOLAND - Cina: il "porno del popolo" supera la censura online...


VENTENNE CINESE AMANTE DEL PORNO

SI MASTURBA PER LA NOSTRA GIOIA
 

Il porno in Cina è vietato perché “inquina lo spirito”. Ma tra applicazioni e abili siti locali, la maggioranza dei cittadini ha aggirato i censori almeno una volta. E tra i consumatori crescono le donne, rivela una ricerca che sfata molti tabù. E include l’hardcore nel sogno di una nuova Cina

Il 2014 fu l'anno terribile per il porno cinese, fu l'anno che vide una campagna strenua e terribile - Cleaning the Web - da parte del governo contro i contenuti pornografici. Liu Chunqi, uno dei "censori del porno", nel 2014 diventò una specie di celebrità nel web cinese perché decise di raccontare la sua storia, non senza un certo imbarazzo, ma al governo cinese servivano casi virtuosi, padri di famiglia che sacrificavano il proprio tempo per ripulire da contenuti dannosi la moralità dei giovani cinesi.Il sito China-org, raccontò la storia di Liu fin dall'inizio, quando il suo lavoro aveva a che fare per lo più con vhs e dvd; fu infatti nel 2008 che il capo dell'unità di polizia gli aveva assegnato quel tipo di lavoro: guardarsi materiale video e poi online e segnalare i contenuti pornografici. Liu avrebbe protestato, quel lavoro non lo voleva. Come avrebbe raccontato la sua mansione alla moglie? E come alla famiglia e ai vicini di casa? Ma alla fine – non senza ritrosie di Liu - il su capo fu capace di convincerlo. Nel suo primo giorno di lavoro Liu ricevette «12 presunti video pornografici e si è seduto al computer per 10 minuti senza fare nulla, preso da un conflitto interno. Dopo aver fatto partire il primo video, è diventato rosso e ha iniziato a sudare, sentendosi "come un ladro che teme di essere colto in flagrante". Ben presto identificò i 12 video come pornografici e fornì certificazioni e prove legali ai colleghi di polizia, e i sospettati furono presto detenuti». Da allora – dai dvd e ai primi siti porno cinesi - molto è cambiato. Pan Suiming, direttore dell'Institute for Research on Sexuality and Gender alla Renmin University di Pechino, nel corso degli anni ha realizzato molti sondaggi sull'utilizzo del materiale pornografico da parte dei cinesi. Di recente ha raccontato che sulla base delle sue ultime ricerche, cadrebbero alcuni «miti» in relazione alla Cina e all'industria del porno. Il primo dato è che aumentano le donne che fanno uso di materiale pornografico. Primo «luogo comune» distrutto. Pan scrive: «l'attuale generazione di giovani donne cinesi, quelle tra i 18 e i 29 anni, ha iniziato a sfatare questa idea sbagliata» radicata molto a fondo nel Paese, tanto che Pan nel suo articolo su SixthTone ricorda un evento proprio del 2014 quando a «un evento di educazione sessuale nella città meridionale di Guangzhou, un gruppo di militanti conservatori militanti gettò feci contro la sessuologa Peng Xiaohui». C'è un secondo punto che viene sottolineato da Pan secondo il quale nel 2015 almeno il 68% dei cinesi avrebbe fatto uso di materiale pornografico: con una percentuale del genere «appare chiaro che il divieto generale del Paese su tutto quanto è pornografia appare del tutto trascurabile». E non solo, perché secondo Pan questi dati sono ancora più positivi per il futuro della società cinese e la sua maturità sessuale, perché alla crescita di persone che fa uso di materiale pornografico, diminuirebbero anche i reati di natura sessuale. La storia del porno in Cina però, parte da molto lontano. Limitandoci al web possiamo ricordare che il porno in Cina ha una sua prima nascita nel 2004, quando alcuni suoi portali precedettero addirittura i ben più celebri omologhi occidentali come Youporn (lanciato nel 2006). Poi è bene precisare un aspetto: così come per i contenuti che la dirigenza del partito comunista definisce sensibili, i siti porno stranieri in Cina sono completamente bloccati, ma basta una vpn - virtual private network - per arginare il problema. In secondo luogo, un po' come per tutto il resto del mondo web, la Cina ha finito per vedere realizzati dei prodotti cinesi capaci di evitare controlli e muoversi tra le zone grigie della legislazione locale. Ovviamente se si viene colti in flagrante c'è la condanna a pubbliche umiliazioni come quella patita da una ragazza che nel 2017 fu costretta a chiedere pubblicamente scusa per aver guardato siti pornografici a scuola. Nel 2009 – ad esempio - era toccato a Baidu, il google cinese, chiedere pubblicamente scusa per aver lasciato alcuni siti porno tra i risultati delle proprie ricerche. Nel 2004 in Cina nacquero due siti che hanno fatto la storia del porno cinese: 99Erotica Forum e Erotica Juneday. Il modello di business per questi servizi in Cina - ha raccontato su Quartz Zheping Huang - «è abbastanza semplice: prima che i visitatori possano guardare o scaricare il porno che vogliono, devono navigare attraverso annunci a pagamento che vendono giocattoli sessuali, Viagra e casinó online». All'interno dei siti c'è tutta la fantasia sessuale di un cinese, almeno secondo gran parte delle esperienze di chi ha vissuto in Cina: «un mix di video amatoriali domestici e contenuti piratati dal Giappone e dagli Stati Uniti, che in genere impostano i loro server all'estero e cambiano frequentemente i loro indirizzi per evitare di essere individuati dalle autorità». Dal 2004 a oggi il porno in Cina ha ingaggiato la sua battaglia, stile gatto con il topo, con le autorità censorie. Molti siti sono stati chiusi, molti sono stati gli arresti. Poi sono arrivate le app per il livestreaming ed è nata una nuova modalità di usufruire dei contenuti pornografici: queste app sono cresciute moltissimo in Cina - si calcola che l'industria complessiva faccia girare oltre 4 miliardi di dollari - anche grazie al porno. Come scrive Zheping Huang "Ogni giorno e notte, migliaia di giovani donne cinesi appaiono sulla macchina fotografica per cantare, ballare, bere rumorosamente e flirtare con un pubblico prevalentemente maschile. Gli spettatori pagano per regali virtuali, con le piattaforme che ottengono una quota delle entrate". Il consumo del porno è proibito in Cina in quanto "spiritual pollution", inquinamento spirituale. Il porno sarebbe dunque un elemento di disturbo per i cittadini. Non la pensa così Pan che termina il suo articolo con un augurio: «Ho costantemente chiesto la fine delle campagne intraprese con l'obiettivo di reprimere i contenuti pornografici. I timori immaginati dei conservatori cinesi, che formulano un giudizio morale su chi consuma prodotti a contenuto sessuale, è infatti soltanto quello: pura immaginazione».
PORNOGRAFIA DI POPOLO
Gran parte delle discussioni sull'utilizzo e sulla cultura di Internet in Cina fanno riferimento alla nascita dell'attivismo online nel campo dei diritti umani, ma negli ultimi anni è emersa con evidenza anche una cultura erotica del web, che racconta apertamente l'attività sessuale degli cittadini.
Una ricerca sulla "pornografia del popolo" di Katrien Jacobs, professore associato presso l' Università Cinese di Hong Kong, indaga la cultura dei porno cinesi "fai da te" presenti online e l'interazione tra i produttori e consumatori di pornografia, all'interno del sistema della censura governativa.
Qui di seguito la trascrizione di una intervista di Ronald Yick e Oiwan Lam sull'imminente pubblicazione del nuovo libro della professoressa Jacobs, People's Pornography: Sex and Surveillance on the Chinese Internet.
Global Voices (GV): Può spiegarci che cosa intende nel suo libro per "pornografia del popolo"?Katrien Jacobs (KJ): Innanzitutto, il termine sta a indicare il "fai da te", ovvero un recupero della pornografia amatoriale. Ma si riferisce anche alla pornografia specificamente prodotta in Cina. Come espressione suona alquanto ironica, poiché formalmente in Cina la pornografia non esiste ed è vietata per legge, nonostante tutti siano al corrente dei vari siti porno, inclusi quelli amatoriali.GV: Da esperta ricercatrice sulla pornografia "fai da te" nella società occidentale, quali le differenze con quella cinese? KJ: Nella società occidentale esiste una forte cultura alternativa ed è possibile osservare l'opera di artisti o membri di comunità underground che sui loro siti web promuovono visioni personali e diverse della pornografia. Ad esempio, un sito come Beautiful agony, che dipinge l'orgasmo unicamente attraverso i volti delle persone, rappresenta una sorta di critica alla pornografia commerciale e alla sua eccessiva focalizzazione sulla ripresa dei genitali. Questo il contesto da cui sono partita. Ho conosciuto delle persone interessate a siti del genere e altre che li realizzano. Naturalmente anche questo tipo di cultura è stato ben presto commercializzato; tant'è che esiste un movimento del "fai da te" che non è veramente prodotto per e dalla gente, ma che promuove, con parvenza amatoriale, l'immagine erotica della ragazza della porta accanto. In Occidente esistono perciò due movimenti pornografici in competizione tra loro: gli amatoriali veri e propri e i soggetti commerciali. In Cina e a Hong Kong c'è gente che carica video e foto erotiche online, talvolta anche su siti preposti come Porntube, la versione porno di YouTube. Questi siti sono aperti a chiunque nel mondo, ma naturalmente chi risiede nella Cina continentale non vi ha accesso, ed è raro che prenda parte al movimento del porno "fai da te". Tuttavia, abbiamo notato che i giovani hanno iniziato a filmare video erotici in luoghi segreti o posti nascosti, come classi scolastiche vuote, stanze mediche, ascensori o semplici corridoi. Dai numerosi video che ho rintracciato online, archiviati su siti diversi, posso dire che al momento in Cina questo tipo di pornografia esiste sicuramente, ma si tratta di un movimento sparso, che la gente comunemente attribuisce all'immaturità dei protagonisti. Secondo me è invece il segnale che qualcosa sta cambiando.GV: Cosa intende quando nel suo libro parla di "liberazione erotica"?KJ: Per prima cosa, vedo liberazione nel fatto che la gente possa avere accesso alla pornografia e, in secondo luogo, nel fatto che proprio grazie al porno i cittadini possano esprimere un'identità culturale e sessuale. Con questi video i giovani acquistano un certo potere: hanno rapporti sessuali e li filmano, caricano i video online e li condividono, nonostante tutto ciò sia illegale e proibito per legge in Cina. Ma sta comunque accadendo. Tuttavia, la faccenda non va presa troppo sul serio, non in termini di liberazione politica almeno, poiché in fondo questi ragazzi si stanno semplicemente divertendo. Certo è che commettono reato, un doppio reato: adottano condotte sessuali libere e caricano online i video che le attestano. La parte eccitante sta proprio nell'infrangere la legge non una, bensì due volte.GV: Sono consapevoli del loro atteggiamento sovversivo nel diffondere la pornografia?KJ: Le persone che ho intervistato in Cina - tra cui alcuni universitari - sono sì dei netizen, ma non necessariamente gli stessi che poi diffondono i video. La cosa interessante è che sono perfettamente al corrente del fatto che è in corso una guerra alla pornografia; sanno che è proibita a norma di legge, ma anche che il governo la strumentalizza per controllare Internet. Tuttavia riescono a scavalcare il Grande Firewall della censura, a trovare quello che cercano e a condividere tra di loro i link segreti. Le minoranza sessuali, invece, sono molto più vulnerabili, perché hanno ancora difficoltà a trovare accettazione in Cina. Per loro la possibilità di lanciare un movimento porno è fuori discussione al momento.GV: Negli ultimi anni la pornografia amatoriale caricata online è andata in crescendo. I cinesi si divertono particolarmente quando riescono a scoprire l'identità delle persone che compaiono nei video, specie se si tratta di funzionari governativi corrotti. Cosa ne pensa? Crede che il fenomeno possa essere collegato alle interazioni tra generi e ai rapporti di potere?KJ: Certo, è naturale. Se riescono a smascherare un funzionario governativo corrotto hanno la possibilità di mettere in discussione i rapporti di potere e dare risalto alla propria posizione. Ma si tratta di una questione problematica, perché in termini di sessualità la gente è spesso interessata solo alla vita erotica segreta di una persona. Non penso che ciò sia legittimo, nemmeno quando si tratta di personaggi di spicco all'interno del partito; non spetta a noi giudicare le loro abitudini sessuali. Preferirei piuttosto che la gente si lamentasse della mancanza di erotismo. Ritengo assai interessanti i commenti di Han Han sulla propaganda dell'impotenza. La società tradizionale osteggia la diffusione della pornografia: possiamo fare sesso, forse, ma non pornografia. Non ci è consentito di documentare il nostro piacere, il nostro orgasmo. Con questa tesi Han Han si schiera contro la storia della repressione erotica in Cina. Ma attaccare qualche funzionario governativo per via dei loro rapporti clandestini non servirà a cambiare la corruzione del sistema.GV: Qual è il nesso tra la battaglia contro la censura e l'attivismo sessuale in Cina?KJ: In Cina i netizen sembrano essere al corrente della guerra al porno e dell'esistenza di software di filtraggio all'uopo. In effetti, Cao Ni Ma, nome del lama simbolo della lotta a tali software-filtro ideato nel 2009, è un'espressione collegata al sesso. La rapida diffusione di Cao Ni Ma ha rappresentato un momento importante nella lotta dei netizen per la libertà civile e di espressione, e dimostra come in Cina, più che altrove, gli elementi esplicitamente connessi alla sfera erotica costituiscano il cavallo di battaglia di questa lotta. Certamente gli attivisti politici preferiscono evitare le questioni legate alla pornografia o, in generale, alla sfera sessuale. Penso che in un certo senso il dibattito sia marginalizzato, ma se lo si osserva da vicino si può notare come, in realtà, ciò faccia parte di un contesto più ampio, le cui protagoniste principali risultano essere delle blogger. Per esempio, Muzi Mei e Liumangyan (attiviste interne all'industria del sesso) rappresentano due ottimi esempi di donne e blogger femministe coinvolte nel movimento, che non cercano di separare l'attivismo sessuale da quello politico. Ritengo che esista una tradizione maschile di attivismo politico che divide le questioni sessuali da quelle politiche, contrapposta a una tradizione femminile più esibizionista e realistica, rappresentata da queste blogger. Il gap tra le due tradizioni è innegabile ed è scrivendo il capitolo sui blogger che ho potuto rendermene conto.GV: In altre interviste ha menzionato sorpresa di fronte alle fantasie degli uomini cinesi sulla possibilità di intrattenere rapporti sessuali con ragazze minorenni. Da dove ha origine questa fantasia?KJ: Credo provenga dal Giappone, dal momento che la pornografia dominante in Cina è quella giapponese, che promuove l'immagine di una donna giovane, innocente, sottomessa e, almeno in apparenza, minorenne. Molti dei ragazzi che ho intervistato mi hanno confidato che si tratta di una delle loro fantasie principali, che vogliono vedere la ragazza sottomettersi. Cosa significa? Penso che questo genere di erotismo serva a conferire un senso di potere all'uomo: se la donna si sottomette, vuol dire che la si può gestire. Tuttavia, se nelle fantasie l'uomo è in grado di gestire questo tipo di ragazza, non è detto che la sua partner sia realmente così; anzi, è più probabile che si tratti di una donna molto forte e determinata. Alcuni studi rivelano come in Giappone questo tipo di fantasie siano opposte alla realtà e vadano ricondotte a un senso di debolezza e incompetenza inculcato dalle madri nei figli maschi, particolarmente viziati sin dall'infanzia. In Cina il fenomeno è piuttosto simile.GV: Il libro affronta anche le etnie e le relazioni erotiche online in Cina?KJ: In effetti, in un capitolo riporto le interviste condotte su sei siti, riguardanti le fantasie erotiche degli intervistati sui partner che cercano online. La tendenza più comune prevede l'accoppiamento di un maschio caucasico con una donna cinese, anche se sono sempre più numerosi gli uomini cinesi interessati a instaurare rapporti con donne occidentali. Ho intervistato dei ragazzi che volevano uscire con me e mi hanno confidato molte delle loro frustrazioni, perché incapaci di intrattenere rapporti le donne locali o anche solo di sedurle. Attraverso una ricerca sul meccanismo degli appuntamenti a Hong Kong, ho scoperto una forte discontinuità tra uomini e donne eterosessuali: parecchi hanno aspirazioni diverse; forse l'insorgere di fantasie su una donna facile e sottomessa può essere ricondotto a ciò. Si tratta di un capovolgimento tra fantasia e realtà: da un lato gli uomini sognano una donna remissiva; dall'altro vengono rifiutati pesantemente dalla controparte femminile, ad esempio sui siti di appuntamenti online. Le donne cinesi pretendono moltissimo e hanno l'abitudine di rendere pubbliche tali pretese, atteggiamento che li scoraggia parecchio. Sia Hong Kong sia la Cina continentale sono società patriarcali, dove nella realtà quotidiana, sul posto di lavoro e in casa gli uomini detengono un forte potere. Ma è necessario analizzare anche l'altra faccia della medaglia, quelle realtà in cui sono le donne ad avere il controllo. 
GV: Un'ultima domanda: quando le autorità cinesi imprigionarono il famoso artista e attivista Ai Weiwei uno dei capi d'accusa riguardava le foto in cui compare nudo. Perché crede che queste foto rappresentino un pericolo per il governo?KJ: Ricordo che uno dei capi d'accusa per cui venne imprigionato fu quello di diffusione della pornografia. Penso che Ai Weiwei rappresenti una minaccia per le autorità, perché è dotato di un gran senso dell'umorismo, come si può notare dalle foto in cui salta in aria completamente nudo, tenendo in mano uno Cao Ni Ma. Ai Weiwei è un simbolo importante nella lotta per libertà di espressione, di cui la sessualità è parte integrante. Se un uomo è libero, è un artista e ha una personalità eccentrica, allora può essere che faccia questo genere di cose e se ne vada in giro saltando nudo. Lui rappresenta proprio questo senso dello humour e della libertà, molto pericolosi in Cina.
Post originale: China: Sex, Censorship and the Rise of ‘People's Porn' , di Ronald Yick. Ripreso da Global Voices Online: community che aggrega, organizza e amplifica la conversazione globale online – mettendo in luce luoghi e persone spesso ignorati dagli altri media. 
 
Tradotto da Marta Fulcheri - Fonte: http://www.lastampa.it


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