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mercoledì 4 settembre 2013

LESBISMO, BISESSUALITÀ, OMOSESSUALITÀ, ETEROSESSUALITÀ: A CIASCUNO IL SUO HABITAT NATURALE! - SEX FUCK GIRLS, MAN, WOMAN - (LSB - GAY - BISEX)

Lesbismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bacio fra donne come allegoria tra Giustizia e Pace.
Lesbismo è il termine con cui si indica l'attrazione affettiva, sentimentale e sessuale tra donne, in breve l'omosessualità femminile.

Origine ed evoluzione del termine

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia del lesbismo.

Simbolo del lesbismo
Con il termine lesbica si indica una donna con orientamento sessuale e affettivo nei confronti di altre donne. Il termine deriva dall'isola di Lesbo, dove visse la poetessa Saffo nel VII secolo a.C., che nei suoi versi esaltò la bellezza della femminilità e dell'eros tra donne.
In origine il termine fu usato in senso dispregiativo; in seguito, tuttavia, le lesbiche se ne sono riappropriate in termini di rivendicazione e di orgoglio (pride). Uraniste, tribadi, saffiche, urninghe... dal 1886, anno di pubblicazione della Psycopathia Sexualis di Richard von Krafft-Ebing, i nomi che definiscono le lesbiche si sono moltiplicati e, per certi versi, sprecati. Si deve a Charlotte Wolff, una psichiatra di origine tedesca, che nel 1971 pubblica Amore tra donne, il primo studio del lesbismo che utilizzi come oggetto della ricerca donne non portatrici di patologie psichiatriche particolari, lo sdoganamento del termine lesbismo per definire quelle donne che preferiscono a livello emozionale, amoroso, affettivo e sessuale le relazioni con altre donne.

Famiglia lesbica
Dagli anni '70 in poi si afferma sempre di più l'idea che "lesbica" sia una definizione che sta alla donna stessa adottare o rifiutare: lesbica è ogni donna che si definisca tale, a partire dal proprio oggetto del desiderio, ma riconoscendo altresì nel lesbismo un tratto importante della propria personalità, identificandosi con le altre lesbiche e riconoscendosi nella cultura lesbica.[1]
Per Monique Wittig l'esistenza stessa delle lesbiche, il cui desiderio non è funzionale all’uomo, né alla riproduzione della specie, evidenzia come i concetti di donna e di uomo siano costruzioni sociali e ideologiche. Le lesbiche, sfuggendo "all'eterosessualità obbligatoria" creano una nuova prospettiva sociale, un linguaggio e un sistema di relazioni nuovi e diversi. In quest’ottica, le lesbiche non rappresentano più l’alterità dominata che il sistema di potere identifica come “donna”. Le lesbiche, quindi, non sono donne. In quest'ottica, di conseguenza, il maschile e il femminile sono considerati prodotti di convenzioni sociali che il corpo lesbico priva di ogni significato. [2]

Cultura lesbica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi cultura lesbica e Movimento lesbico.

Il triangolo nero, un popolare simbolo lesbico, utilizzato per classificare nei campi di concentramento nazisti
La cultura lesbica comincia a svilupparsi nei primi decenni del 1900 soprattutto attraverso la produzione letteraria di alcune scrittrici e intellettuali lesbiche.
A partire dagli anni settanta le lesbiche all'interno del movimento femminista hanno sviluppato momenti di aggregazione che successivamente hanno trovato forme di espressione politica autonoma.

Bisessualità

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La bandiera simbolo della bisessualità.
Si definisce bisessualità l'orientamento sessuale di un soggetto che trae piacere nell'avere rapporti sessuali e/o è in grado di provare attrazione o sentimenti erotico-affettivi nei confronti di individui sia del proprio sia dell'altro sesso.

Terminologia

Il termine bisessuale è stato coniato nel 1809 da alcuni botanici, per descrivere le piante provviste di organi riproduttivi sia maschili sia femminili. Non è noto quando il termine sia stato applicato al contesto dell'orientamento sessuale.
Esistono anche alcuni termini alternativi per descrivere le varie forme di bisessualità, ma molti di essi sono considerati neologismi non universalmente accettati.
Pansessuale, omnisessuale e pomosessuale (sessualità postmoderna) sono termini che si riferiscono all'attrazione verso ogni genere, compreso il transessualismo e il transgenderismo.
  • "Bi-permissivo" (in inglese Bi-permissive) indica qualcuno che non cerca attivamente relazioni sessuali con persone di un sesso specifico, ma che è "aperto", ossia disponibile a fare nuove esperienze. In questa categoria può essere fatta rientrare l'omosessualità (o se è per questo eterosessualità) cd opportunistica, che descrive l'eccezionale disponibilità a rapporti omosessuali (o eterosessuali) legata alla mancanza contingente di partner disponibili del sesso preferito - il caso più classico restando quello degli ambienti sessualmente segregati. Le persone che rispondono a questa descrizione potrebbero identificarsi come eterosessuali o omosessuali, e potrebbero essere incluse nella Scala Kinsey ai posti 1 o 5 (vedi più avanti), pur avendo normalmente rapporti sessuali con persone di sesso opposto.
  • "Ambisessuale" indica un'indiscriminata attrazione che si rivolge verso persone di ambo i sessi. Chi si identifica come ambisessuale può provare attrazione verso qualcuno da un punto di vista fisico, emotivo, intellettuale o spirituale, a prescindere dal sesso o dal genere, mentre conferma i suoi criteri selettivi in altri ambiti. D'altra parte, alcuni potrebbero sperimentare nei confronti di un soggetto, un'intensa attrazione forse causata da particolari qualità riguardanti proprio il sesso o il genere. Una persona con questo orientamento può essere inclusa nel settore 3 della scala Kinsey, anche se alcuni potrebbero identificarsi a pieno titolo nei posti 2 o 4 ( nonostante alcuni possano pensare di essere, invece, "bi-permissivi").
  • Bi-curioso è un termine che può avere diversi e contraddittori significati. Comunemente è usato da persone che si identificano come eterosessuali ma che sono occasionalmente interessati a esperienze omosessuali o attirati da esse. Alcuni soggetti sono spesso ritenuti omosessuali oppure bisessuali (anche se in modo non appropriato), che però non accettano la loro omosessualità (in questo caso si parla di omosessualità latente). La parola bi-curioso può inoltre essere usata per classificare chi è "Bi-passivo" (vedi oltre), "Bi-permissivo" oppure aperto a rapporti bisessuali.
  • "Tri-sessuale" è sia una variante di "bisessuale" che un gioco di parole sempre collegato alla parola "bisessuale". Comunque, nel suo significato più tecnico, indica persone attratte da uomini, donne e transgender (cioè transessuali o crossdresser). In termini più generici, può indicare persone interessate a "tutte" le possibili e variegate esperienze sessuali.
  • Bifobia indica la paura o il rifiuto della bisessualità, in base alla convinzione che solo l'eterosessualità e l'omosessualità siano "reali" orientamenti sessuali e corretti stili di vita. I bisessuali possono anche essere l'obiettivo di omofobia da parte di coloro che considerano soltanto l'eterosessualità come appropriato orientamento sessuale. Al contrario, alcuni bisessuali possono essere oggetto di critiche sia da parte di coloro che hanno atteggiamenti eterofobi, sia da una parte della comunità gay.
  • Bi-passivo descrive una persona eterosessuale o "bi-curiosa" che è "aperta" a contatti sia "casuali" che intenzionali, contatti che spesso si realizzano durante il sesso di gruppo con persone dello stesso sesso, solitamente in modo passivo, ovvero dal lato che riceve la stimolazione (o la penetrazione) da parte del soggetto attivo.
  • Bi-attivo descrive una persona "bi-curiosa" o bisessuale che inizia a stabilire un contatto diretto con persone dello stesso sesso, e svolge un ruolo attivo nel rapporto, praticando la stimolazione o la penetrazione del partner.

La bisessualità nella storia

La considerazione sociale della bisessualità nel corso della storia e presso le varie civiltà è stata molto varia. Relativamente alla cultura occidentale si è andati dall'apprezzamento del mondo greco, quando esercitata secondo precisi canoni, alla assoluta condanna della tradizione giudaico cristiana che riteneva comunque inaccettabili i rapporti sessuali fra individui dello stesso sesso. Queste relazioni erano generalmente strutturate in base a classi di età (come nella pratica della pederastia nel bacino mediterraneo dell'antichità classica o la pratica dello "Shudo" nel Giappone premoderno, o strutturato in base al genere (come nella tradizione nordamericana dei "Due Spiriti" o nelle pratiche "bacchá" dell'Asia centrale). Molto più recentemente, nel quadro della laicizzazione o secolarizzazione del mondo occidentale, ha cominciato a svilupparsi un consistente movimento di opinione che considera la condotta bisessuale accettabile e naturale quanto la condotta eterosessuale od omosessuale.
All'opposizione verso la bisessualità delle morali tradizionali, si è aggiunta, almeno in alcuni casi, una forte opposizione di molti gruppi omosessuali, che vedono tale pratica come sinonimo di promiscuità, oppure come contraddizione alla teoria della natura innata degli orientamenti sessuali, e perciò negano il concetto stesso. Ciò ha portato alcuni sostenitori del movimento bisessuale a parlare di bifobia, intesa come avversione alla bisessualità, come equivalente, specialmente in determinati settori gay, dell'omofobia. La bisessualità è oggi molto lontana dal ricoprire l'importanza sociale che ha avuto nel mondo antico.

Antica Grecia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Pederastia greca.
Sia nella società greca sia in quella romana il fatto di provare attrazione per le persone dello stesso sesso non era, di per sé, considerato deplorevole (benché fosse talora, specie in epoca tarda, oggetto di lazzi) ma, al contrario di quanto è stato talvolta sostenuto, questo non significava affatto una piena accettazione dell'omosessualità o l'esistenza di una sessualità libera. Nel mondo antico, ove una potenza demografica significava anche una potenza militare e quindi politica, relazioni fra persone dello stesso sesso potevano essere accettate solo all'interno di un comportamento bisessuale. Ovvero, per quanto di per sé non vi fosse nulla di condannabile nell'attrazione verso persone dello stesso sesso, ciò poteva realizzarsi solo dopo che un cittadino adulto, sia greco sia romano, avesse assolto ai doveri nei confronti dello stato. Fra questi ovviamente figuravano al primo posto unirsi in matrimonio, generare figli e rispettare le leggi e convenzioni sociali sulla famiglia, considerata l'architrave della società. Qualsiasi comportamento che minasse questo principio era assolutamente condannato. Ulteriori limitazioni derivavano poi dalle convenzioni o dalle leggi che regolavano i rapporti sessuali con persone dello stesso sesso.[senza fonte] Sulle modalità con cui tale rapporto poteva realizzarsi, il mondo greco e quello romano differivano profondamente tra di loro. Anzi, anche nel corso della storia greca tali modalità cambiarono notevolmente. È necessario comunque premettere che le informazioni storiche di cui disponiamo oggi, riguardano quasi esclusivamente la bisessualità maschile.
La bisessualità femminile in Grecia, era sicuramente praticata e meno soggetta a regolamentazioni. Ciò a causa del ruolo sociale assolutamente subalterno che la cultura dominante assegnava alla donna. Proprio a causa della marginalizzazione sociale della donna greca, almeno per quanto riguarda la sfera pubblica, è possibile affermare che con Saffo finisce la tradizione letteraria dell'amore fra donne. Dopo di lei non rimarranno tracce evidenti nella cultura tramandata e si sa quindi ben poco sull'argomento. Il primo modello di relazione bisessuale tramandatoci è quello manifestato dagli eroi omerici. Il rapporto fra uomini è, secondo una felice definizione di H. I. Marrou, una "omosessualità militare" la cui essenza consiste in un cameratismo fra guerrieri. Il rapporto fra Achille e Patroclo è stato in questo senso ritenuto paradigmatico. Anche dopo che questo modello fu abbandonato, almeno secondo la morale ufficiale, esso ha continuato a essere ben presente anche nella cultura greca successiva. Non a caso uno dei drammi perduti di Sofocle s'intitolava "Achilleos Erastai", gli amanti di Achille. Le stesse fonti omeriche chiariscono per altro il fatto che questo tipo di rapporto potesse ridursi a esclusiva relazione omosessuale. Indicativo in questo senso è il tipo di rimprovero che Teti, madre di Achille, rivolge al figlio per la sua relazione con Patroclo. Non biasima l'eroe perché porta avanti una relazione immorale ma perché questa relazione sta ritardando il dovere naturale cui neppure il semidio può sfuggire, cioè sposarsi e generare una discendenza. D'altro canto si deve osservare come i legami di tipo omosessuale, fra guerrieri, fossero comuni anche presso altre culture come quella celtica. Un quadro meglio conosciuto è quello della Grecia cittadina, che risulta invece del tutto differente. Un uomo, oltre che con le donne, può avere delle relazioni omosessuali ma solo ed esclusivamente sotto forma di pederastia, cioè una relazione di un adulto con un prepubere o un adolescente, secondo regole e ruoli codificati e ineludibili.
Non si tratta certamente di una relazione alla pari, di fatto al pais (fanciullo) è assegnato il ruolo passivo. Esso viene scelto con precise limitazioni di età, ad Atene era un fanciullo fra 12 e i 17 anni. Non solo era vietato scegliere un bambino di età inferiore ma anche continuare nel ruolo passivo oltre i 17 anni era ritenuto inaccettabile. Probabilmente si voleva evitare una femminilizzazione dell'adolescente che avrebbe potuto prodursi non mettendo limiti temporali alla fine della relazione omofila.[senza fonte] All'interno di tali regole la relazione non solo è tollerata ma diviene socialmente apprezzabile in quanto ritenuta formativa ed educativa per l'adolescente. Oltre l'adolescenza era possibile ricoprire solo un ruolo attivo, quindi avere relazioni eterosessuali adulte e con altri fanciulli, secondo le regole di cui sopra. L'omosessualità esclusiva era socialmente biasimata quando si esercitava il ruolo attivo o, addirittura, punita per un adulto che accettasse il ruolo passivo.
A Sparta, una legge molto antica ordinava che tutti gli uomini adulti avessero una relazione con un adolescente, fino a che quest'ultimo non si fosse sposato e avesse avuto dei figli.[senza fonte] Gli Spartani pensavano che le relazioni, sia affettive sia sessuali, tra uomini adulti e ragazzi, avrebbero rafforzato la lealtà in combattimento e favorito i comportamenti coraggiosi da parte di coloro che volevano fare buona impressione nei confronti dei propri amati. Quando i giovani soldati raggiungevano la maturità, la relazione sarebbe dovuta diventare prettamente affettiva, ma non è chiaro quanto frequentemente ciò avvenisse. Alcuni giovani erano infatti accusati di continuare la relazione con il proprio partner anche durante l'età adulta.
I testi sacri greci[senza fonte], riflettendo alcune abitudini culturali del tempo, parlavano di relazioni bisessuali. L'argomento poteva essere affrontato sia sotto il profilo mistico sia didattico.

Antica Roma

Del tutto differente è il contesto romano. La massima virtù era la virilità che era però intesa anche, se non principalmente, come sottomissione sessuale. Era pertanto applicabile solo ai soggetti considerati all'epoca "inferiori", alla donna, moglie, concubina o prostituta che fosse, e in generale a chi si trovasse in situazione di schiavitù indipendentemente dal sesso. Viceversa era del tutto esclusa la possibilità, per un cittadino romano libero, di avere un ruolo passivo. Sarebbe stata una stridente contraddizione con l'ideologia del civis romanus quale dominatore assoluto. Non avendo quindi nessuna valenza educativa, ma anzi essendo una dimostrazione di predominio, non poteva avere senso una relazione pederasta come quella greca, almeno verso un fanciullo libero. Al contrario, fin dalla più tenera infanzia il romano era educato a sottomettere gli altri, anche sessualmente, e a non piegarsi mai. La passività sessuale non poteva essere tollerata, neppure temporaneamente come nel modello ellenico. La cosiddetta "lex Scatinia" (149 a.C.) puniva esplicitamente lo "stuprum cum puero" (intendendo sempre un puer libero).[senza fonte]
Il tutto può lapidariamente riassumersi nella frase che Seneca, nelle Controversie, fa pronunciare all'avvocato di un liberto, cioè uno schiavo liberato, criticato per avere una relazione col suo ex padrone: "la passività sessuale (impudicitia) è un crimine per un uomo libero, una necessità per uno schiavo, un dovere per un liberto". D'altra parte per un greco il rapporto sessuale con uno schiavo sarebbe stato, almeno secondo l'ideologia ufficiale, completamente privo di contenuti "alti"; si sarebbe trattato di meschino soddisfacimento degli istinti sessuali. A prescindere dal fatto che, specialmente in età imperiale, i comportamenti effettivi si allontanassero non poco da quelli professati negli intenti ideologici, l'indirizzo tradizionale, almeno ufficialmente, non fu mai messo in discussione e quindi la passività non fu mai ritenuta socialmente accettabile in un uomo libero. L'elemento unificante che consente di affermare che, tanto quella greca che quella romana, furono culture bisessuali, è il fatto che l'opposizione nei confronti dei comportamenti sessuali non fu mai, principalmente, fra eterosessualità e omosessualità ma fra attività e passività sessuale. Questo concetto rappresenta una sostanziale differenza rispetto alle successive società occidentali, fra cui quella attuale. Progressivamente, anche a causa dell'affermarsi del Cristianesimo, la repressione di ogni comportamento tendente all'omosessualità sarà sempre più intensa.

Culture mediorientali


Shah Abbas I abbraccia il suo compagno.
In Medio Oriente l'omosessualità era diffusa; alcune fonti la descrivono come "molto frequente". Era anche un leitmotiv decantato da celebri artisti, dal Medioevo fino al XIX secolo, come il famoso poeta Abu Nuwas e il pittore persiano Reza Abbasi. Ancora oggi, nel Corano esistono divieti contro comportamenti omosessuali manifestati in pubblico (mentre l'attrazione è consentita), sono inoltre previste pene severe per i colpevoli, fino ad arrivare alla pena di morte in alcune nazioni.
In ogni caso, il Corano prescrive che quattro uomini, oppure otto donne, testimonino sulla avvenuta "trasgressione" per condannare i colpevoli. Quindi, mentre i comportamenti omosessuali erano diffusi, gli uomini non avevano eccessivi problemi riguardo a ciò nel caso in cui fossero stati sposati, avessero messo su famiglia e adempiuto agli altri obblighi sociali. Esiste comunque il fatto che tali pratiche debbano rimanere "segrete", una esplicita ammissione della propria omosessualità sarebbe socialmente inaccettabile. In questo modo, la bisessualità nel mondo arabo e nell'impero persiano assomiglia alla cultura prevalente in alcune comunità afroamericane e latine.

Oggi: diffusione della bisessualità nel mondo occidentale

Alcuni sondaggi indicano che una frazione di popolazione compresa tra il 2% e il 6% è bisessuale, ma esistono ancora difficoltà metodologiche riguardo alla casualità e all'ampiezza del campione preso in esame, e anche riguardo all'accuratezza con cui gli intervistati descrivono la propria condizione. Differenti studi usano inoltre test e "scale di misurazione" diverse: alcune ricerche ignorano del tutto i comportamenti omosessuali, oppure li separano nelle componenti eterosessuale e omosessuale.
I risultati proposti divergono sulla individuazione di aree geografiche o nazioni nelle quali l'omosessualità sia più diffusa della bisessualità (del termine bisessualità, come abbiamo visto, le definizioni sono diverse). Rapporti "non ufficiali", che vanno dunque presi con il beneficio del dubbio, evidenziano come, nelle aree al di fuori del mondo occidentale, la bisessualità sia maggiormente diffusa dell'omosessualità. Inclinazioni e comportamenti bisessuali (specie sotto forma di masturbazione contemporanea o reciproca) sono inoltre comunemente ritenuti più frequenti nell'adolescenza che nell'età adulta, indipendentemente dal fatto che siano consapevolmente percepiti come tali dagli interessati.
Alcuni studi, tra cui ricordiamo quelli di Alfred Kinsey pubblicati nei volumi "Il comportamento sessuale nel maschio umano" del 1948, e "Il comportamento sessuale nella femmina umana" del 1953, indicano che la maggioranza delle persone esaminate sia in una certa misura bisessuale. Molti dei soggetti esaminati provano una certa attrazione per persone dello stesso sesso, sebbene provino una più forte attrazione verso persone dell'altro sesso. Secondo altri studi (erroneamente attribuiti a Kinsey), solo il 5 - 10 % della popolazione può essere considerato esclusivamente eterosessuale o omosessuale[senza fonte]. D'altra parte, una percentuale anche più piccola non ha specifiche preferenze nei confronti di uomini o donne.

Studi sulla bisessualità

Nonostante sia sempre stata presente nel corso della civiltà umana, la bisessualità è stata oggetto di studi scientifici affidabili solamente a partire dalla seconda metà del XX secolo. Rimangono comunque molte interpretazioni discordanti riguardo alla sua natura. Per alcuni il termine esprime un contrasto con l'omosessualità e l'eterosessualità, mentre per altri indica una posizione intermedia fra i due estremi. In particolare Alfred Kinsey nella sua opera più nota, “Il comportamento sessuale nel maschio umano”, scrive:
« Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo a una profonda comprensione delle realtà del sesso »
Come è evidente il nucleo centrale del pensiero di Kinsey sta nella parola chiave continuum. Ovvero la sessualità umana non è una variabile discreta che può assumere solo i valori eterosessuale-omosessuale. Tenendo ferme queste premesse Kinsey ritenne comunque utile proporre una scala tassonomica:
Valutazione Descrizione
0 Esclusivamente eterosessuali.
1 Prevalentemente eterosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze omosessuali.
2 Prevalentemente eterosessuali, ma con una forte componente omosessuale.
3 Le tendenze eterosessuali e omosessuali si equivalgono (bisessualità).
4 Prevalentemente omosessuali, ma con una forte componente eterosessuale.
5 Prevalentemente omosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze eterosessuali.
6 Esclusivamente omosessuali.
Tale approccio non esaurisce completamente la complessità dell'orientamento sessuale. Viene ad esempio lasciato fuori dalla definizione il "fattore temporale". Con il passare del tempo alcune persone possono modificare il loro orientamento sessuale. Questo è particolarmente vero per molti bisessuali, gay o lesbiche e, sebbene in misura minore, ciò vale anche per gli eterosessuali. Non è affatto detto, comunque, che il punto della scala Kinsey in cui può trovarsi oggi una persona, sia lo stesso che aveva nel passato o che avrà nel futuro.
Uno studio del 2011 affermò che la bisessualità nell'uomo esiste, avendo così confutato la tesi di una ricerca del 2005[1].

Bisessualità nel regno animale


Il bonobo presenta comportamenti bisessuali nel 100% degli individui
Osservato sia allo stato libero sia in cattività, il comportamento degli animali contraddice nettamente l'idea che i rapporti sessuali fra esseri dello stesso sesso siano una prerogativa degli esseri umani. Sono circa 450 le specie animali nelle quali sono stati osservati comportamenti di questo genere. L'elevato numero di osservazioni scientifiche contrasta quindi con la definizione di questi rapporti come "contro natura", almeno se la si intende come definizione derivante da osservazioni naturalistiche. Fatta l'ovvia premessa che non possono esistere specie esclusivamente omosessuali, a seconda delle specie varia la percentuale di soggetti eterosessuali esclusivi, bisessuali e omosessuali esclusivi.
Di seguito sono riportate le frequenze di comportamento sessuale di varie specie[2]:
  • Gabbiano australiano (Chroicocephalus novaehollandiae) fra le femmine: 10% omosessuali; 11% bisessuali, 79% eterosessuali.
  • Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) - fra ambedue sessi: 22% omosessuali, 15% bisessuali, 63% eterosessuali.
  • Macaco giapponese (Macaca fuscata) - fra ambedue i sessi: 9% omosessuali, 56% bisessuali, 35% eterosessuali.
  • Bonobo (Pan paniscus), una scimmia antropomorfa, - fra ambedue i sessi- 0% omosessuali, 100% bisessuali, 0% eterosessuali.
  • Cacatua pettorosa (Cacatua roseicapilla), un tipo di pappagallo: 44% omosessuali, 11% bisessuali e 44% eterosessuali.
Come si può osservare nel caso del bonobo, una scimmia antropomorfa con cui condividiamo il 96% del nostro patrimonio genetico, il comportamento bisessuale sembra essere l'unico praticato. Comportamenti bisessuali sono stati osservati anche in specie diversissime, come le ostriche, le farfalle e le giraffe.

Bisessualità e società

Il tema della bisessualità è un argomento di difficile trattazione per diversi motivi: esistono degli stereotipi, come nel caso dell'omosessualità, dettati da condizionamenti culturali oppositivi, che potremmo definire in termini di "bifobia", in analogia con il termine "omofobia". Per inciso, la fobia è una "paura razionalmente non motivata"[3].
La bisessualità, rispetto all'omosessualità, è un concetto meno presente nell'opinione comune. Ciò deriva dal fatto che solitamente si ritiene che il bisessuale non sia identificabile (nella realtà o solo nello stereotipo del senso comune) con quelli che sono considerati i tipici comportamenti o cliché omosessuali (come l'effeminatezza nei maschi). Di conseguenza la persona bisessuale non è percepita come soggetto che si discosti significativamente dallo stereotipo maschile o femminile corrente, cosa che ovviamente potrebbe risultare completamente difforme alla prova dei fatti. In altre parole, per il senso comune, il bisessuale semplicemente "non esiste" o non appare.
Ciò ha avuto come effetto, sul piano sociale, che solo negli ultimi decenni, in particolare negli Stati Uniti, la bisessualità sia risultata visibile a livello pubblico. Anche come conseguenza di tale scarsa visibilità a livello di opinione pubblica, il comportamento bisessuale tende, presso alcuni, a essere assimilato con la tendenza eterosessuale tout court, l'uomo che ha rapporti sessuali come partner attivo, con uomini e con donne, rientra comunque nella categoria del "maschio". Presso altri è viceversa considerata una finzione, un camuffamento adottato per sfuggire alla disapprovazione sociale che in vasti strati dell'opinione pubblica circonda l'omosessualità. Un detto della cultura gay recita: Bi now, gay later (Bisessuale oggi, gay domani).[senza fonte]
Come conseguenza di questa subcultura, la persona bisessuale rischia un doppio ostracismo, tanto da parte dell'ambiente eterosessuale quanto da quello omosessuale, che non lo riconosce in quanto tale o lo giudica un “omosessuale mascherato”, ovvero con tendenze latenti.
Dato che molti individui bisessuali non si sentono di appartenere né alla tipologia gay né al mondo eterosessuale, e tendono a mimetizzarsi in queste categorie, è stata creata negli anni una comunità politica bisessuale, che ha costituito una propria cultura e movimenti politici specifici. Così come la comunità gay si è data come simbolo la bandiera arcobaleno, esiste anche la bandiera dell'orgoglio bisessuale. In ogni caso, forse proprio a causa di questa ambivalenza latente il "bisessuale" medio non si è mai trovato a interessarsi eccessivamente, da un punto di vista politico, alla difesa di uno stile di vita che comunque tende a vivere in un modo strettamente privato.
L'ILGA (International Lesbian and Gay Association) ha fissato per il 23 settembre la giornata mondiale dell'orgoglio bisessuale.

La bisessualità nell'intrattenimento

Molti ritratti della bisessualità possono essere trovati in film di successo come Goldfish Memory, The Rocky Horror Picture Show e Henry & June. Nella musica popolare, molte canzoni degli Smiths sono citate come esempi classici. Il fumetto statunitense Love & Rockets descrive la bisessualità in modo sottile.
Famosi romanzi che descrivono personaggi bisessuali sono: Two For One, di Sean David Wright (inedito in Italia); Un grido fino al cielo, di Anne Rice; Polvere, di Rosamond Lehmann; Le ultime gocce di vino e Il ragazzo persiano, di Mary Renault; la serie di romanzi Claudine, di Colette; La lingua perduta delle gru e Mentre l'Inghilterra dorme, di David Leavitt; Passione, di Jeanette Winterson; Sul filo del tempo, di Marge Piercy; e Young in One Another's Arms, di Jane Rule (inedito in Italia). Alcuni saggi, quali Sexual Personae di Camille Paglia (1990) e Byron and Greek Love di Louis Crompton (1985), entrambi inediti in lingua italiana, hanno riportato alla luce storie sepolte di bisessualità.
Questo tema è trattato anche in alcuni show per la televisione; in Will & Grace, per esempio, il personaggio di Karen Walker è descritto come omnisessuale; nonostante sia sposata con un uomo, spesso bacia Grace e pare che durante la sua vita abbia avuto molte esperienze amorose con donne. Ci sono anche rappresentazioni negative della bisessualità, riflesso dei pregiudizi e degli stereotipi che si sono creati attorno a tale figura. Ad esempio, il telefilm Friends ha presentato una breve canzone ironica sull'argomento, che esprime un comune pregiudizio sulla materia:
« Qualche volta gli uomini amano le donne, qualche volta gli uomini amano gli uomini, dopo ci sono i bisessuali, così la gente può dire "che maiali". »
Una battuta del Saturday Night Live recitava così:
« Un bisessuale è una persona che tira giù le mutande di un'altra persona ed è soddisfatto di qualunque cosa trova! »
(Dana Carvey)
Il pregiudizio risulta anche palese nelle trame di alcuni film, nei quali la bisessualità di un personaggio nasconde nevrosi omicide (Basic Instinct, Velluto blu, L'amante sconosciuta, Cruising e Ragazze interrotte).

Bibliografia

Generale
  • (EN) Louis Crompton, Homosexuality and civilization, Cambridge, Mass. and London, 2003. ISBN 0-674-01197-X
  • (FR) H.I.Marrou, Histoire de l'éducation dans l'antiquité , Paris 1948
  • (EN) Michel Larivière, Homosexuels et bisexuels célèbres, Delétraz Editions, 1997. ISBN 2-911110-19-6
  • (EN) Bryant, Wayne M., Bisexual characters in film: from Anais to Zee, Haworth Gay & Lesbian Studies, 1997. ISBN 1-56023-894-1
  • Jennifer Quiles, Più che amiche. Manuale di autoaiuto per donne che amano le donne, Castelvecchi, 2006. ISBN 88-7615-129-X
  • Wilhelm Fliess, Bisessualita' e differenza dei sessi, Roma, Savelli, 1980.
  • M. Alessandra Allori, Dalla bisessualità alla ginandria, Roma, Handromeda, 1992.
  • Ferdinando De Napoli, La bisessualità latente, Roma, E. Tinto, 1928.
  • Christian David, La bisessualità psichica , Roma, Borla, 1996. ISBN 88-263-1113-7
  • Valerio Marchetti, L' invenzione della bisessualità: discussioni fra teologi, medici e giuristi del XVII secolo sull'ambiguità dei corpi e delle anime, Milano, Bruno Mondadori, 2001. ISBN - 88-424-9736-3
  • Jean-Luc Hennig, Bi: sulla bisessualità maschile, Milano, ES, 1997. ISBN - 88-86534-33-7
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  • Nicola Brunori, Bisessualità in pedagogia e in criminologia, Firenze, Macri, 1957.
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Note

  1. ^ Mario Pappagalli. «La bisessualità esiste, ecco le prove». Corriere della Sera, 25 agosto 2011. URL consultato in data 29 agosto 2011.
  2. ^ I dati riportati sono tratti da: Bruce Bagemihl, Biological Exuberance: Animal Homosexuality and Natural Diversity, (St. Martin's Press, New York, 1999. ISBN 0-312-19239-8) probabilmente lo studio più completo sull'omosessualità nel regno animale.
  3. ^ Tratto da: Glossario di sessuologia clinica in Sexology.it

Filmografia

Voci correlate

Omosessualità

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Per omosessualità si intende il comportamento o l'attrazione sentimentale e/o sessuale tra individui dello stesso sesso, a livello situazionale o in un'indole duratura. Nella definizione di orientamento sessuale, l'omosessualità viene collocata nel continuum etero-omosessuale della sessualità umana[1], e si riferisce all'identità di un individuo sulla base di tali attrazioni e dell'appartenenza a una comunità di altri individui che condividono le stesse.[2][3]
L'omosessualità si riscontra in molte specie animali.[4][5] La diffusione dell'omosessualità nella specie umana è difficile da determinare accuratamente, benché in molte antiche culture le relazioni omosessuali fossero altamente diffuse[6]. Nel corso della storia, alcuni aspetti individuali dell'omosessualità sono stati ammirati o condannati, relativamente alle norme sessuali delle varie società. Quando essa veniva elogiata, tali aspetti erano visti come un miglioramento per la società[7]; quando veniva condannata, particolari attività venivano viste come un peccato o una malattia ed alcuni comportamenti omosessuali erano proibiti e puniti da apposite leggi.
Dalla metà del XX secolo, l'omosessualità è stata gradualmente disconosciuta come crimine o malattia e decriminalizzata in quasi tutte le nazioni sviluppate.[8] Comunque, lo status legale delle relazioni omosessuali varia enormemente da uno Stato all'altro e rimangono ancora giurisdizioni in cui alcuni comportamenti omosessuali sono considerati crimini e vengono puniti con pene severe, tra cui la morte.
Molte persone omosessuali nascondono i loro veri sentimenti e attività a causa della paura della disapprovazione altrui e della violenza; vengono comunemente definiti repressi. Il dichiarare apertamente il proprio orientamento viene definito coming out (dall'inglese “uscir fuori”). I tentativi di emancipazione dell'omosessualità, così come oggi vengono riconosciuti, iniziarono negli anni sessanta del 1800; mentre nel XX secolo, dalla metà degli anni cinquanta si ebbe un'accelerazione con l'aumento della visibilità, dell'accettazione e dei diritti civili per lesbiche, gay e bisessuali. Tuttavia, l'omofobia persiste, e soprattutto si presenta nei confronti dei giovani, potendo comportare difficoltà di socializzazione e gravi conseguenze per l'individuo, tra le quali il suicidio.[9]
Ad oggi, gli aggettivi più comuni utilizzati sono lesbica per le donne omosessuali e gay per gli uomini omosessuali, benché alcuni preferiscano altri termini o anche nessun termine di definizione.

Etimologia

Il termine omosessualità è la traduzione italiana della parola tedesca Homosexualität (creata fondendo il termine greco omoios, che vuol dire "simile", e il termine latino sexus, che vuol dire "sesso"), dalla quale poi sono derivate le traduzioni in tutte le altre lingue. Fu coniato nel 1869 dal letterato ungherese di lingua tedesca Karl-Maria Kertbeny (1824-1882) che lo usò in un pamphlet anonimo contro l'introduzione da parte del Ministero della Giustizia prussiano di una legge per la punizione di atti sessuali fra due persone di sesso maschile. Sempre Kertbeny coniò i termini di Normalsexualität ("normosessualità") e Doppelsexualität ("bisessualità"). Solo negli anni venti si farà strada il termine eterosessuale.

Il frontespizio del pamphlet anonimo scritto nel 1869 da Kertbeny

Una foto di Kertbeny (o Benkert) nel 1850/60
Benkert non era un medico, né uno scienziato, bensì un letterato e soprattutto quel che oggi si definirebbe un "militante omosessuale". La sua creazione di questo termine fu dunque non un tentativo di medicalizzare il comportamento omosessuale, ma più semplicemente il tentativo di creare un termine moralmente neutro che sostituisse quelli in uso all'epoca, soprattutto "pederastia", "sodomia", "omogenia" ed "androtropia". Del resto, negli stessi anni anche Karl Heinrich Ulrichs (1825-1895), un altro militante, aveva coniato allo stesso scopo il termine uranismo, che inizialmente ebbe maggior successo.
Nel 1880 il termine "omosessualità" fu ripreso in un'opera scientifica di Gustav Jäger, Die Entdeckung der Seele, dal quale penetrò nella letteratura scientifica, che lo impose al grande pubblico, soprattutto attraverso la celeberrima Psychopathia sexualis di Richard von Krafft-Ebing, nella quale apparve a partire dall'edizione del 1887.
In Italia il termine apparve a stampa nel 1894; mentre l'aggettivo omosessuale era già apparso due anni prima, pur se destinato ad entrare nell'accezione comune solo a partire dagli anni trenta del secolo successivo.
Nel corso degli anni il termine "omosessualità" ha assunto connotati sempre più neutri, anche se il concetto in sé continua ad essere considerato un tabù in alcune culture. Negli anni cinquanta e sessanta una parte del movimento di liberazione omosessuale ha cercato di allontanare l'attenzione dal concetto di "sessualità", contenuto in questa parola, sostituendola con omofilia (dal greco omoios e filìa "affetto fraterno"). "Omofilìa" è però caduto in disuso, ed è oggi usato solo all'interno della comunità omosessuale, o da persone anziane, o per riferirsi specificamente a quel periodo storico ("il movimento omofilo degli anni Cinquanta"). Con lo stesso intento di ricondurre l'attenzione all'ambito dei sentimenti più che a quello della sessualità negli ultimi anni è stato introdotta anche l'espressione "omoaffettività".
In particolare la parola omosessualità ha sostituito, secondo le intenzioni del suo creatore, termini usati nel passato come l'antico "sodomia" o "sodomiti", il cinquecentesco "vitio nefando", "inversione sessuale" (coniato nel 1870 da Arrigo Tamassia) e altri che avevano connotazioni moralmente negative o indicavano deviazioni patologiche della sfera sessuale (come invertiti, pervertiti, culattoni, recchioni). Ha inoltre dato al linguaggio corrente un'alternativa ai termini dialettali, che hanno sempre in sé un significato denigratorio o spregiativo.
La nascita del movimento di liberazione omosessuale ha imposto in tutto il mondo il termine nato dal gergo omosessuale statunitense gay, inizialmente usato soprattutto per gli uomini omosessuali, ma da qualche anno usato frequentemente anche per parlare di donne lesbiche. Di etimo incerto, il termine risulta utilizzato anche prima dei moti di Stonewall del 1969, anche se proprio da quell'anno il termine gay si impone nel mondo come acronimo di "good as you" (g.a.y.), per sottolineare il rispetto delle differenze.
Un'ala del movimento di liberazione omosessuale (o "movimento LGBT") si autodefinisce inoltre queer.
Nel caso di omosessualità fra donne si parla di lesbismo (il termine deriva dall'isola di Lesbo, che fu patria della poetessa Saffo).
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Lesbismo.

Sessualità e identità di genere

Definizione dell'omosessualità

L'OMS definisce l'omosessualità una variante naturale del comportamento umano, ma non ha preso posizione rispetto alla possibile causa di tale variabilità.
Definire chi sia la persona omosessuale non è cosa agevole. L'omofobia, del resto, contribuisce a generare talvolta e in alcune culture una situazione sociale pesante in cui le stesse persone omosessuali rifiutano per prime, almeno in pubblico, la definizione di "omosessuale".
Oltre a ciò, il confine fra eterosessualità ed omosessualità non è affatto netto: vaste aree del comportamento umano sfuggono a una definizione netta, ad esempio nel caso delle persone bisessuali.
Oltre che da parte di persone che provano attrazione sessuale e/o sentimentale sia per persone dell'altro che del proprio sesso (bisessualità in senso stretto), si possono verificare comportamenti omo- o bisessuali in molti altri casi, tra i quali:
  • comportamenti omosessuali indotti dall'assenza di altre possibilità di sfogo sessuale ("omosessualità situazionale"), per esempio quella che si verifica nelle comunità di persone di un solo sesso, come le carceri, le caserme. Essa è detta anche "omosessualità di compensazione" o, nei testi più antichi, pseudo-omosessualità (questa ultima definizione è ormai in disuso);
  • comportamenti omosessuali infantili e adolescenziali (o "giochi" sessuali), ("omosessualità adolescenziale" o "transitoria");
  • comportamenti omosessuali maggiormente diffusi nelle società in cui i rapporti sessuali con persone del sesso opposto sono strettamente riservati agli adulti, tramite matrimonio o ricorso alla prostituzione;
  • comportamenti (anche) omosessuali da parte di persone affette da alcune patologie mentali, tali da rendere indifferenziato l'oggetto delle loro pulsioni erotiche;
  • comportamenti omosessuali motivati da ragioni estranee alla tendenza sessuale personale, come per esempio nel caso della prostituzione maschile, nella quale il bisogno economico può indurre a rapporti sessuali con persone del proprio sesso anche persone che non sono omosessuali esse stesse.
Normalmente, quando si parla di "omosessuali", non si intendono le persone coinvolte nelle situazioni sopra elencate, bensì le persone che provano attrazione in modo preponderante o esclusivo per persone del loro sesso anche quando siano al di fuori da tali situazioni. Tali persone ricercano rapporti affettivi e sessuali con persone del loro sesso in base a una pulsione interna personale e non in base a una scelta indotta dall'ambiente o dalle circostanze.

Orientamento sessuale, identità e comportamento secondo gli psicologi americani

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Orientamento sessuale.
L'American Psychological Association, l'American Psychiatric Association, e la National Association of Social Workers asseriscono che "L'orientamento sessuale si riferisce ad un modello duraturo o ad una disposizione all'esperienza sessuale, affettiva o di romantica attrazione primariamente a uomini, donne o entrambi i sessi. Si riferisce anche al senso di personale e sociale identità di un individuo basato su tali attrazioni, ai comportamenti che le esprimono, e all'appartenenza ad una comunità di altri individui che le condividono. Benché il raggio d'azione dell'orientamento sessuale si dilunghi in un continuum da un'identità esclusivamente eterosessuale ad una esclusivamente omosessuale, viene solitamente interpretato nei termini di tre categorie: eterosessuale (avente attrazione sessuale e romantica primariamente o esclusivamente con membri dell'altro sesso), omosessuale (avente attrazione sessuale e romantica primariamente o esclusivamente con membri dello stesso sesso), e bisessuale (avente un significante grado di attrazione sessuale e romantica nei confronti di entrambi uomini e donne). L'orientamento sessuale va distinto da altre componenti sessuali o della sessualità, inclusi il sesso biologico (le caratteristiche anatomiche, fisiologiche e genetiche associate con l'essere di genere maschile o femminile), l'identità di genere (il senso psicologico di appartenenza al genere maschile o femminile), e il ruolo sociale di genere (l'adesione alle norme culturali che definiscono i comportamenti mascolini o effeminati).
L'orientamento sessuale viene comunemente dibattuto come una caratteristica dell'individuo, così come per il sesso biologico, l'identità di genere o l'età. Questa prospettiva è incompleta dal momento che l'orientamento sessuale viene sempre definito sulla base dei termini relazionali e necessariamente concerne relazioni con altri individui. Atti sessuali e attrazioni romantiche vengono categorizzati come omosessuali o eterosessuali sulla base del sesso biologico dell'individuo coinvolto in essi, relativamente ai partner. Effettivamente, è tramite la prestazione – o il desiderio di prestare – con un'altra persona che gli individui esprimono la loro eterosessualità, omosessualità o bisessualità. Così, l'orientamento sessuale è integramente connesso alle intime relazioni personali che gli esseri umani formano con altri per incontrare le loro più profonde necessità sentimentali di amore, legame e intimità. Oltre al comportamento sessuale, questi vincoli comprendono affezioni fisiche non-sessuali tra partner, la condivisione degli obiettivi e dei valori, il reciproco sostegno e l'impegno costante.
Conseguentemente, l'orientamento sessuale non è meramente una caratteristica personale che può essere definita isolatamente. Altresì, il proprio orientamento sessuale definisce l'universo di persone con cui una persona è in grado di trovare soddisfacenti e appaganti relazioni che, per molti individui, comprendono un'essenziale componente di identità personale.[10]
Le persone con un orientamento omosessuale che non si identificano come gay o lesbiche e non accettano l'orientamento omosessuale vengono spesso definiti "repressi".
L'attività omosessuale può anche avvenire in situazioni in cui un grande gruppo di persone dello stesso sesso è confinato insieme per una certa lunghezza di tempo, come nelle prigioni, negli ambienti militari, nelle scuole separate o in altre comunità che segregano sulla base sessuale, in cui i vari individui possono avere comportamenti omosessuali ma, in altra circostanza, si definiscono eterosessuali.

Sviluppo e presa di coscienza del soggetto riguardo al proprio orientamento sessuale: processo del coming out

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Coming out.
Molte persone che si sentono attratte da membri del loro stesso sesso s'imbattono nel cosiddetto coming out ad un certo punto della loro vita. Generalmente, il coming out viene descritto in tre fasi. La prima fase è quella del “conoscere se stessi”, e della realizzazione o decisione di emergere come una persona aperta a relazioni con persone dello stesso sesso. Ciò viene spesso definito come un coming out interno. La seconda fase prescrive la propria decisione di “uscir fuori” con altre persone, ad esempio la famiglia, gli amici e/o i colleghi. Questa fase può avvenire in età anche molto differenti tra soggetto e soggetto, essendo strettamente legata all'evoluzione e alla situazione individuale. La terza fase è rappresentata, più generalmente, dal vivere apertamente come una persona LGBT.[11] In Italia, come nel resto delle nazioni più sviluppate, le persone spesso hanno il loro coming out durante le scuole superiori o all'università. A queste età, essi non vedono la necessità di ricorrere ad un aiuto quando il loro orientamento non è accettato nella loro società e da ciò ne conseguono rischi e violenze nel momento in cui si rivela ai membri di tale società la propria sessualità.
Secondo i testi di Rosario, Schrimshaw, Hunter, Braun (2006), "lo sviluppo dell'identità sessuale di lesbiche, gay e bisessuali (LGB) è un complesso e spesso difficile processo. A differenza di membri di altri gruppi di minoranza (come ad esempio le minoranze etniche e razziali), la maggior parte degli individui LGB non è cresciuta in una comunità di altri individui simili a loro da cui possono imparare riguardo alla loro identità e che rinforzano e supportano quell'identità. Al contrario, gli individui LGB sono spesso cresciuti in comunità che sono tanto ignoranti quanto apertamente ostili nei confronti dell'omosessualità.”[12]
Da notare che in Italia spesso ci si riferisce al coming out utilizzando impropriamente l'espressione outing, che invece indica l'atto di rivelare l'omosessualità di qualcuno da parte di un'altra persona[13].

Fluidità dell'orientamento sessuale

Le maggiori organizzazioni professionali e scientifiche statunitensi, inglesi e australiane considerano i tentativi di modificazione dell'orientamento sessuale potenzialmente dannosi; allo stesso tempo, frange e gruppi, spesso motivati da credenze religiose, credono che il cambiamento o la diminuzione dell'attrazione sessuale, siano possibili per coloro che non "possono" accettare il proprio orientamento.
L'orientamento sessuale è stato provato essere generalmente impermeabile agli interventi intenzionati a cambiarlo. Nessuna ricerca scientificamente adeguata ha dimostrato che tali interventi siano effettivi o salutari. Le principali organizzazioni di sanità mentale non incoraggiano gli individui al tentativo di cambiare il loro orientamento da omosessuale a eterosessuale. Tutte le maggiori organizzazioni statunitensi di sanità mentale hanno adottato una politica di dichiarazioni con lo scopo di avvertire i professionisti e il pubblico sui trattamenti che implicano il cambiamento dell'orientamento sessuale.[10] Le maggiori associazioni di sanità mentale considerano i punti di vista che sposano organi intenzionati a tale cambiamento non sostenuti dalla scienza e che tali cosiddetti trattamenti sull'omosessualità creano uno scenario in cui il pregiudizio e la discriminazione possano fiorire.[14] L'American Psychological Association “incoraggia i professionisti di sanità mentale a sfatare la travisante efficacia dei tentativi di cambiamento dell'orientamento sessuale che promuovono o promettono il cambiamento del medesimo, incoraggiando invece a fornire assistenza a quelle persone afflitte dalla loro o da quella di altri situazione sessuale, e conclude che i benefici riportati dai partecipanti a tentativi di cambiamento possono essere ottenuti mediante approcci che non intentano al cambiamento dell'orientamento sessuale”.[15]
L'Australian Psychological Society afferma che "L'orientamento omosessuale non è una malattia mentale e non ci sono ragioni scientifiche per tentare una conversione di lesbiche o gay ad un orientamento eterosessuale. L'Australian Psychological Society riconosce la scarsità di evidenza scientifica riguardo l'utilità di una terapia di conversione, e sottoscrive che essa potrebbe, di fatto, essere dannosa per l'individuo. Cambiare l'orientamento sessuale di una persona non è semplicemente una questione di cambiamento del comportamento sessuale della stessa. Esso necessiterebbe dell'alterazione dei sentimenti emozionali, romantici e sessuali della persona e la ricostruzione della propria concezione di sé e dell'identità sociale."[16]
Similmente, il Royal College of Psychiatrists stabilisce che “Non v'è alcuna evidenza scientifica che l'orientamento sessuale possa essere modificato.”[17] e che "La maggior evidenza dell'efficacia di un qualsivoglia trattamento deriva da test clinici random e nessun test di questo tipo è stato mai eseguito in questo campo."[18] David Satcher della Surgeon General of the United States fornisce un rapporto che afferma che “non esiste una valida evidenza scientifica per cui l'orientamento sessuale possa essere modificato”.[19]
L'American Psychiatric Association (APA) ha inoltre affermato che "alcune persone credono che l'orientamento sessuale sia innato e stabile; malgrado ciò, l'orientamento sessuale si sviluppa nel corso della vita di una persona”.[20] L'APA dice anche che "la maggior parte delle persone sperimenta ben poco o senza alcun senso di scelta riguardo al proprio orientamento sessuale."[21] In un resoconto in associazione con le maggiori organizzazioni mediche americane, l'APA afferma che "differenti persone realizzano in differenti punti della propria vita di essere eterossessuali, gay, lesbiche o bisessuali".[22] Un rapporto della Centre for Addiction and Mental Health afferma: "Per alcune persone, l'orientamento sessuale è continuo e stabile nella loro vita. Per altri, l'orientamento sessuale può essere fluido e cambiare nel corso del tempo”.[23]

Identità di genere

I primi scrittori che hanno parlato di orientamento omosessuale solitamente lo intendevano essere intrinsecamente associato al sesso dell'individuo. Ad esempio, si pensava che una persona col corpo femminile attratta da persone con corpo femminile avrebbe avuto attributi e/o caratteristiche mascoline, e viceversa.[24] Questa concezione era diffusa dalla maggior parte dei teorici di omosessualità dalla metà del XIX ai primi anni del XX secolo, come Karl Heinrich Ulrichs, Richard von Krafft-Ebing, Magnus Hirschfeld, Havelock Ellis, Carl Gustav Jung e Sigmund Freud, così come le stesse persone omosessuali che si rispecchiavano in questa concezione. Comunque, quest'idea dell'omosessualità come vera inversione sessuale fu disputata, e nella seconda metà del XX secolo, l'identità di genere iniziò ad essere sempre più vista come un fenomeno distinto dall'orientamento sessuale.
Le persone transgender e cisgender possono essere attratte da uomini, donne o da entrambi, benché la prevalenza dei differenti orientamenti sessuali sia abbastanza diversa in queste due popolazioni. Un individuo omosessuale, eterosessuale o bisessuale può essere mascolino, effeminato o androgino, e inoltre, molti membri e sostenitori delle comunità lesbiche e gay dichiarano che riconoscere un “genere eterosessuale conforme“ (cioè maschio con caratteristiche mascoline e femmina con caratteristiche femminili) e un “genere omosessuale non conforme” (cioè maschio con caratteristiche femminili e femmina con caratteristiche mascoline) siano degli stereotipi negativi. Comunque, studi effettuati da J. Michael Bailey e K.J. Zucker hanno riscontrato che la maggioranza dei gay e delle lesbiche sono state di un genere non conforme durante la loro infanzia.[25] Richard C. Friedman, nel suo Male Homosexuality pubblicato nel 1990,[26] scrivendo con una prospettiva psicoanalitica, afferma che il desiderio sessuale inizia più tardi di quanto indicò invece Sigmund Freud; non nell'infanzia ma tra i 5 e i 10 anni, e non è focalizzato su di una figura genitoriale ma su individui della stessa età, o loro pari.[27]

Costruzione sociale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Teoria queer.
Dato che un orientamento sessuale è complesso e multi-dimensionale, alcune accademie e ricercatori, specializzati in tali studi, asseriscono che ciò sia un costrutto sociale e storico. Nel 1976 lo storico Michel Foucault affermò che l'omosessualità intesa come identità non esisteva nel diciottesimo secolo; le persone allora parlavano di “sodomia”, riferendosi al mero atto sessuale. La sodomia era un reato che veniva spesso ignorato ma a volte severamente punito.
Il termine omosessuale è spesso usato dalle culture europee e americane per avviluppare l'intera identità sociale di una persona, che include sé stessi e la propria personalità. Nelle culture occidentali alcune persone parlano significativamente di identità e comunità gay, lesbiche e bisessuali. In altre culture, l'etichettare con omosessuale e eterosessuale non enfatizza un'intera identità sociale o non indica un'affiliazione comunitaria basata sull'orientamento sessuale.[28] Alcuni studiosi, come David Green, affermano che l'omosessualità sia un costrutto sociale del moderno Occidente, e come tale non possa essere usato nel contesto di una sessualità maschio-maschio non occidentale, così come non possa essere fatto nello stesso contesto riguardo l'Occidente pre-moderno.[29]

Romanticismo omosessuale e relazione

Le persone con un orientamento omosessuale possono esprimere la propria sessualità in una varietà di modi e possono o non esprimerla nel proprio comportamento.[30] Alcuni hanno relazioni sessuali predominanti con persone della loro stessa identità di genere, un altro genere, relazioni bisessuali o possono anche essere celibi.[30] Ricerche indicano che molte lesbiche e gay vogliono avere, o riescono ad avere, impegnate e durature relazioni. Ad esempio, alcuni rilevamenti[31] indicano che tra il 40 e il 60% degli uomini gay e tra il 45 e l'80% delle donne lesbiche sono correntemente impegnate in una relazione sentimentale. Tali dati[31] indicano anche che tra il 18 e il 28% delle coppie gay e tra l'8 e il 21% delle coppie lesbiche negli Stati Uniti hanno vissuto insieme per dieci o più anni. Alcuni studi hanno dimostrato che le coppie dello stesso sesso e del sesso opposto sono equivalenti nelle misure di soddisfazione e impegno nelle relazioni sentimentali[32][33], che l'età e il genere sono più attendibili dell'orientamento sessuale nel presagire la soddisfazione e l'impegno nella relazione sentimentale[33] e che le persone che sono eterosessuali o omosessuali condividono aspettative e ideali comparabili nei confronti di una relazione sentimentale.[34]

Demografia

Le prime stime (sec. XIX)

Le prime stime, opera di militanti omosessuali come Karl Heinrich Ulrichs, nel XIX secolo, valutavano la consistenza degli "uranisti" nell'ordine di una persona ogni diecimila, cifra che fu allora giudicata esagerata.
All'inizio del secolo XX il sessuologo e militante omosessuale Magnus Hirschfeld scoprì, in un questionario fatto circolare fra studenti di sesso maschile, una percentuale di omosessuali di circa una persona ogni cento. Anche questo dato fu considerato eccessivo ed Hirschfeld fu accusato dai suoi avversari di manipolazione deliberata dei dati per "gonfiarli".

Il "Rapporto Kinsey" e la stima del 5%

Quella di Hirschfeld rimase comunque l'unica stima scientifica disponibile fino al 1947, quando uscì il primo dei due volumi del celebre Rapporto Kinsey, dedicato al comportamento sessuale maschile.
Le statistiche fornite da questo Rapporto ebbero un effetto dirompente, suscitando un'infinità di polemiche. Alfred Kinsey era un biologo e non uno psichiatra, ed ebbe l'idea di applicare anche alla specie umana il metodo usato nelle ricerche scientifiche, catalogando i soggetti in base non a ciò che dichiaravano di essere, ma in base a quello che dichiaravano di avere fatto. Grazie a tale studio scoprì che quasi la metà dei soggetti studiati aveva avuto contatti sessuali protratti fino all'orgasmo con una persona dello stesso sesso almeno una volta nella vita.
Inoltre, il 5% (una su venti) fra le persone studiate aveva avuto esclusivamente rapporti omosessuali nel corso della sua vita dopo l'adolescenza, e un ulteriore 5%, pur avendo avuto rapporti con entrambi i sessi, ne aveva avuti in prevalenza col proprio sesso.
I dati relativi alle donne, editi nel secondo volume, nel 1953, fornivano percentuali inferiori, ma confermavano che gli atti sessuali fra donne erano enormemente più comuni di quanto si fosse ritenuto fino ad allora.
Questi dati furono contestati con estrema violenza soprattutto da coloro che, giudicando l'omosessualità un comportamento estraneo alla natura umana, ritenevano poco credibile che la maggior parte degli esseri umani l'avesse sperimentata almeno una volta nella vita. Per screditare l'attendibilità dei suoi studi, Kinsey fu attaccato a livello personale come pornografo, omosessuale e pedofilo[35].
Kinsey cercò di ribattere alle critiche con un ulteriore volume della sua ricerca, che avrebbe dovuto essere il terzo, dedicato esclusivamente al comportamento omosessuale, ma la Fondazione Rockefeller, che lo aveva sin lì finanziato, poco soddisfatta delle polemiche innescate dalla ricerca e soggetta a forti pressioni da più parti, gli negò ulteriori fondi. La ricerca di Kinsey subì pertanto un drastico ridimensionamento e da allora le ricerche sulla percentuale di omosessuali sono compiute con estrema cautela, su campioni limitati, spesso traendo conclusioni in base al modo in cui gli intervistati si definiscono anziché in base al loro comportamento effettivo.
Per questo motivo la stima dell'"uno su venti" (cioè del 5%) continua ad essere considerata come la più attendibile da un punto di vista scientifico, al punto da essere adottata ufficialmente dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per valutare l'incidenza dell'omosessualità esclusiva all'interno della popolazione umana.

Nota metodologica

Una statistica costituisce un dato scientifico se i dati su cui si basa sono oggettivi, verificabili e riproducibili, quali, ad esempio l'altezza media degli individui di una data popolazione.
Dato che non esiste uno strumento per rilevare oggettivamente l'orientamento sessuale di un individuo, ci si affida al metodo dell'intervista (di persona, per telefono, tramite questionario anonimo, per internet, ecc.), che spesso si limita a porre all'interessato la domanda "Lei è eterosessuale o omosessuale?". All'intrinseca soggettività delle risposte, andrebbe aggiunto il fatto che esse possono comunque essere manipolate dalla volontà della persona di mentire deliberatamente, o dall'influenza più o meno consapevole che norme e pregiudizi sociali hanno sul soggetto in esame. Da questo punto di vista, il metodo usato dal Kinsey può ritenersi più accurato in quanto basato sui comportamenti effettivi e non sulle dichiarazioni fornite.
Va sottolineato pertanto che una statistica sull'orientamento sessuale di una popolazione non è un dato scientifico, poiché i dati di partenza non hanno le caratteristiche del dato scientifico. Lo stesso Kinsey ha spesso sottolineato che i dati da lui rilevati non possono avere un valore oggettivo, ma che si tratta solo di uno squarcio su una realtà del tutto sconosciuta. Il dato di Kinsey del 5% (che ha il pregio di essere basato su un campione molto ampio) è tuttavia utile come punto di partenza per ulteriori analisi.

Psicologia dell'omosessualità

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Teorie sulla differenziazione dell'orientamento sessuale.
La domanda sulla causa dell'omosessualità ha suscitato, e non solo in tempi recenti, innumerevoli ipotesi e spiegazioni. Le ipotesi proposte si dividono grosso modo in tre categorie:
  • Spiegazione innatista (omosessuali si nasce). L'omosessualità sarebbe in qualche modo innata:
  1. vuoi per ragioni naturali, per motivi tuttora non determinati, analoghe a quelle che portano naturalmente una certa percentuale della specie umana ad essere mancina anziché destrimane
  2. vuoi per conseguenza di vere e proprie cause fisiche (squilibri ormonali - anche durante la gravidanza)
  3. vuoi per altri motivi ancora (ad esempio alcuni autori greci parlano dell'influsso astrologico quale causa della determinazione della preferenza per le persone dello stesso sesso, ma questa chiaramente non è una spiegazione scientifica)
  • Spiegazione psicologica (omosessuali si diventa). L'omosessualità sarebbe l'effetto di un differente sviluppo della psiche, in genere maturato da bambini o da adolescenti.[36] Questa teoria era adottata, precedentemente allo sviluppo della teoria innatista, da molte - se non la maggior parte - delle branche della psicoanalisi, della psichiatria e della psicologia. Su di essa covergono tuttora i sostenitori delle terapie di conversione, secondo i quali l'omosessualità sarebbe un'alterazione dell'orientamento dallo stato di default, generalmente identificato con l'eterosessualità, per via di accadimenti anomali (traumi, abusi o comportamenti particolari) senza i quali non si sarebbe mai maturato un orientamento diverso. Tale visione è spesso osteggiata dal mondo LGBT, in quanto considerata come una mera riproposizione del concetto di omosessualità come patologia, senza affermarlo esplicitamente, ed è rigettata dalle maggiori associazioni di psicologi e psichiatri, in quanto è tuttora priva di fondamento scientifico.[37]
  • Spiegazione volontaristica (non esistono persone omosessuali, ma solo atti omosessuali). L'omosessualità non ha "cause". Si tratterebbe di un comportamento appreso ed acquisito, frutto della volontà del singolo individuo. Fra coloro che sostengono la tesi volontaristica, le valutazioni divergono ulteriormente:
  1. per una parte dei sostenitori di questa spiegazione, quello omosessuale sarebbe un comportamento moralmente deviato, causato sostanzialmente dal vizio
  2. per un'altra parte, invece (il pensiero postmoderno e la teoria queer) sarebbe l'effetto della "educastrazione", che avrebbe indotto dall'esterno le persone a rinunciare, in un senso o nell'altro, alla naturale bisessualità che caratterizzerebbe secondo tale ipotesi, per natura l'essere umano
È importante notare che nessuna delle teorie eziologiche (cioè, relative alle cause) sopra elencate è fino ad oggi riuscita a raggiungere un grado di affidabilità scientifica tale da potere escludere tutte le altre, e quindi tale da potere mettere d'accordo almeno la maggior parte degli studiosi. Per l'omosessualità negli animali sono state avanzate ipotesi differenti: dall'innatismo al ruolo evolutivo[38], da modificazioni genetiche a strategie riproduttive ed adattive.[39]

Omogenitorialità

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omogenitorialità.
Molte persone LGB sono genitori in diverse eventualità, tra cui relazioni eterosessuali in corso o precedenti, adozione, inseminazione artificiale, tutela e gravidanza surrogata.[40][41][42][43] Nel censimento statunitense del 2000, il 33% delle coppie dello stesso sesso femminili e il 22% delle coppie dello stesso sesso maschili conviventi, riscontrano la presenza di almeno un figlio sotto i diciotto anni residente in casa.[22] Molti di questi bambini non sanno di avere un genitore LGB: le questioni del coming out variano e alcuni genitori possono anche non aver mai detto ai loro figli di essere omosessuali.[44][45] L'omogenitorialità generalmente, e l'adozione da parte di coppie LGBT in particolare, sono questioni di controversie politiche attuali nelle nazioni occidentali, spesso protagoniste di guerre culturali tra conservatori e liberali. Nel gennaio del 2008 la Corte Europea dei diritti dell'uomo sancì che le coppie dello stesso sesso debbano avere il diritto di adottare un figlio.[46][47] Negli USA, le persone LGB possono legalmente adottare in tutti gli stati, eccezion fatta per la Florida,[48] così come è proibito ancora in alcuni stati dell'Unione Europea, tra cui l'Italia.
La ricerca scientifica ha consistentemente dimostrato che genitori lesbiche e gay sono tanto adatti e capaci quanto i genitori eterosessuali.[10][49][50] Le ricerche hanno documentato che non vi sono relazioni, in alcun misura, tra l'orientamento sessuale dei genitori e l'adattamento emozionale, psicosociale e comportamentale del figlio.[10][49][50][51] La letteratura indica che il benessere economico, psicologico fisico dei genitori è accresciuto dal matrimonio e che i figli beneficiano unicamente dell'educazione e della crescita da parte di due genitori all'interno di un'unione legalmente riconosciuta.[10][49][51]
L'American Psychological Association, l'American Psychiatric Association, e la National Association of Social Workers affermano che "Le abilità delle persone gay e lesbiche e i risultati positivi per i loro figli non sono aree in cui ricercatori scientifici credibili possono dissentire. Affermazioni delle principali associazioni di esperti in quest'area riflettono un consenso professionale per cui i figli cresciuti da genitori lesbiche o gay non differiscono in alcuna considerazione importante da coloro che sono cresciuti da genitori eterosessuali. Nessuna ricerca empirica suggerisce il contrario."[10] Come notato dalla Professoressa Judith Stacey, della New York University: “Raramente si è avuto un consenso tale in una qualsiasi altra area delle scienze sociali come nel caso dell'omogenitorialità, motivo per il quale l'American Academy of Pediatrics e tutte le maggiori organizzazioni professionali con esperienza nel benessere del bambino hanno proposto rapporti e risoluzioni in sostegno ai diritti dei genitori gay e lesbiche”.[52] Tra queste principali organizzazioni ricordiamo, negli Stati Uniti l'American Psychiatric Association, la National Association of Social Workers, la Child Welfare League of America, l'American Bar Association, il North American Council on Adoptable Children, l'American Academy of Pediatrics, l'American Psychoanalytic Association, l'American Academy of Family Physicians,[53] nel Regno Unito, il Royal College of Psychiatrists,[54] e in Canada, la Canadian Psychological Association.[49]

Sanità

Fisica

Il rapporto omosessuale non comporta alcuna malattia in più o differente da qualsiasi altra possibilità in un rapporto eterosessuale. Gli individui omosessuali maschili riscontrano altresì una più elevata diffusione di malattie veneree, dovuta alla mancanza di informazione ed educazione riguardo ai metodi di protezione sessuale, quali il preservativo, che determinano una maggior diffusione della malattia nello strato della popolazione che maggiormente ne va a rischio essendo il rapporto sessuale anale più accessibile a tale diffusione.

Mentale

Quando fu descritta per la prima volta nella letteratura medica, l'omosessualità veniva spesso affrontata da un punto di vista che mirava a trovare un'inerente psicopatologia nella sua causa scatenante. Molta letteratura sulla sanità mentale e sui pazienti omosessuali si è incentrata nella loro depressione clinica, nell'uso di droghe e nel suicidio. Benché queste questioni esistano anche tra persone eterosessuali, la discussione sulla loro causa derivante o portante all'omosessualità è stata rimossa dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) nel 1973. Malgrado ciò, l'ostracismo sociale, la discriminazione legale, l'internalizzazione di stereotipi negativi e le limitate strutture di supporto rappresentano fattori che le persone omosessuali affrontano nelle società occidentali che spesso intaccano avversamente la loro sanità mentale.[55] Marchi, pregiudizi e discriminazioni scaturite da atteggiamenti sociali negativi nei confronti dell'omosessualità portano a una più alta prevalenza di disordini mentali tra lesbiche, gay e bisessuali comparati ai loro pari eterosessuali.[56] L'evidenza indica che la liberalizzazione di questi atteggiamenti negativi è associata a tali rischi di salute mentale, soprattutto tra i più giovani.[57]

Gioventù gay e lesbica

La gioventù gay e lesbica soffre di un elevato e in aumento rischio di suicidi, abuso di droghe, problemi scolastici e isolamento a causa di un “ambiente ostile e di condanna, di abusi fisici e verbali, del rigetto e dell'isolamento da parte della famiglia e dei compagni”.[58] Secondo i dati del Dipartimento di Salute Pubblica i suicidi della popolazione gay costituirebbero il 30% di tutti i suicidi adolescenziali[59]. Inoltre, i giovani LGB sono più ad alto rischio di abuso psicologico o fisico da parte di genitori o tutori, nonché abuso sessuale. Le ragioni più logiche per questa disparità sono che
  1. i giovani LGBT possono essere etichettati specificatamente sulla base del loro profilo sessuale apparente o della loro apparenza non conforme al genere
  2. i fattori di rischio associati allo status di minoranza sessuale, comprendente discriminazione, invisibilità e rigetto dai membri della famiglia, possono portare ad un aumento dei comportamenti associati al rischio di vittimizzazione, di abuso di sostanze, sesso con più partner o il fuggire di casa, nonché di debolezza e timidezza che facilitano l'abuso da parte di un adulto.[60]
Centri di crisi nelle città più grandi e siti di informazione in Internet sono nati per aiutare i giovani e gli adulti.[61]

Omosessualità nella storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia LGBT.

Stato legale dell'omosessualità nel mondo.
██ Informazioni non disponibili
Legale
██ Matrimonio omosessuale
██ Unione civile
██ Nessun riconoscimento
██ Riconosciuti i matrimoni omosessuali contratti all'estero
Illegale
██ Pena minima
██ Pena elevata
██ Ergastolo
██ Pena capitale
Nella storia umana, l'omosessualità ha ricevuto valutazioni molto diverse, che vanno da una totale accettazione e integrazione fra i comportamenti socialmente accettati o addirittura alla loro esaltazione (come nelle culture dalla Melanesia[62][63] ), fino alla condanna a morte.
La storia dell'omosessualità è quindi anche una storia degli atteggiamenti sociali possibili verso un comportamento percepito come "deviante", ed ha interesse anche da un punto di vista sociologico, antropologico, politico e in qualche misura filosofico. Per questo motivo esiste una branca della storiografia che si occupa espressamente di storia LGBT.
L'atteggiamento sociale verso i comportamenti omosessuali ha conosciuto momenti di relativa tolleranza, durante i quali la società ammetteva un certo grado di discussione ed esibizione pubblica del tema, anche attraverso l'arte e le produzioni culturali (come è avvenuto per esempio nell'Atene classica, nella Toscana del Rinascimento, o a Berlino e a Parigi nell'anteguerra) alternandoli però a momenti di repressione durissima, come nell'Italia del Trecento, o nell'Europa della Riforma e Controriforma o ancora nel periodo a cavallo della Seconda guerra mondiale, durante il quale persero la vita nelle persecuzioni antiomosessuali diverse decine di migliaia di persone.
Dalla seconda guerra mondiale in poi l'atteggiamento sociale nei confronti delle persone omosessuali è andato migliorando, anche a seguito delle battaglie condotte a questo scopo dal movimento di liberazione omosessuale.

Omosessualità e legge

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e legge.
La maggior parte delle nazioni non impedisce il sesso consensuale tra persone al di sopra dell'età di consenso. Alcune giurisdizioni riconoscono anche gli stessi diritti, la protezione ed i privilegi per le strutture familiari di coppie dello stesso sesso, a volte anche il matrimonio. Alcune nazioni impediscono relazioni omosessuali, vietandole per legge. I trasgressori possono andare incontro alla pena di morte in alcune aree di fondamentalismo musulmano come l'Iran e alcune parti della Nigeria. Esistono, comunque, numerose differenze tra la politica ufficiale e la reale attuazione delle leggi.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Violenza contro le persone LGBT.
Benché i rapporti sessuali tra omosessuali siano stati decriminalizzati in alcune parti del mondo occidentale, come in Polonia (1932), Danimarca (1933), Svezia (1944) e Regno Unito (1967), non fu prima della metà degli anni settanta del XX secolo che la comunità gay iniziò dapprima a richiedere limitati diritti civili in alcune nazioni sviluppate. Basti pensare che solo recentemente l'India l'abbia decriminalizzata (2 luglio 2009)[64]
Una meta importante fu raggiunta nel 1973, quando l'American Psychiatric Association rimosse l'omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, negando così la sua precedente definizione di omosessualità come disordine mentale. Nel 1977 il Québec divenne il primo Stato al mondo a proibire a livello giuridico la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale. Durante gli anni ottanta e novanta del XX secolo, la maggior parte delle nazioni sviluppate approvò leggi decriminalizzanti il comportamento omosessuale e che proibivano la discriminazione contro persone lesbiche e gay nel lavoro, nei contratti d'affitto, in casa e nei servizi. D'altra parte, molte nazioni del Medio Oriente e africane, così come vari stati asiatici, caraibici e sudpacifici, ritengono l'omosessualità illegale. In sei nazioni il comportamento omosessuale è punibile con l'ergastolo; in altre dieci la pena può giungere alla morte.[65]

Omosessualità e società oggi

Pregiudizio e omofobia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omofobia e Violenza contro le persone LGBT.
Il termine omofobia indica la scarsa tolleranza e la repulsione nei confronti dell'omosessualità, delle persone omosessuali e delle azioni ad esse riconducibili. L'omofobia può arrivare alla violenza fisica e all'omicidio, motivati dalla pura e semplice omosessualità della vittima. In quanto atto discriminatorio, l'omofobia si configura come una forma di sessismo. Alcuni autori, ritenendo inappropriato il suffisso -fobia, utilizzano al posto di omofobia il termine "omonegatività"[66].
In molte culture, le persone omosessuali sono frequentemente soggette al pregiudizio e alla discriminazione. Come i membri di altri gruppi minoritari che sono oggetto del pregiudizio, anch'essi sono soggetti a stereotipi, spesso aggravanti la marginalizzazione. Il pregiudizio, la discriminazione e gli stereotipi sono tutti esempi di omofobia e eterosessismo. L'eterosessismo può includere la presunzione per cui l'eterosessualità o l'attrazione per i membri del sesso opposto sia la giusta norma e quindi che gli eterosessuali siano superiori.[67][68][69][70] L'omofobia, come già accennato, si manifesta in diverse forme e un gran numero di tipologie ne è stato formulato, tra le quali ricordiamo l'omofobia interiorizzata, l'omofobia sociale, l'omofobia emozionale, l'omofobia razionale ed altre.[71] Similmente esistono differenti forme di lesbofobia (specifica nei confronti dell'omosessualità femminile) e di bifobia (contro le persone bisessuali). Quando certi atteggiamenti si manifestano come crimini, questi vengono solitamente definiti crimini di odio.
Gli stereotipi che caratterizzano le persone LGBT sono tanto negativi, quanto solitamente poco concernenti il romanticismo dell'individuo omosessuale; sono caratterizzati dalla promiscuità e spesso dall'erronea associazione dell'omosessualità all'abuso su minori, concezione più volte duramente contraddetta dai ricercatori e studiosi.[72][73] Inoltre, ricerche suggeriscono che le persone LGBT sviluppino relazioni romantiche anche più durature e stabili.[74] Gli uomini gay vengono spesso associati a persone con tendenze pedofile e allo stesso modo a persone che più degli uomini eterosessuali commettono tali crimini, un punto di vista rigettato dalla gran parte dei gruppi psichiatrici e contraddetta dai ricercatori.[75][76][77] La pretesa che esistano evidenze scientifiche in sostegno ad un'associazione tra l'essere gay e l'essere pedofilo sono basate sulla misura in termini di travisamento dell'attuale evidenza. Non a caso, le statistiche dimostrano che, relativamente alla densità di popolazione in base all'orientamento sessuale, l'abuso su minore viene effettuato maggiormente dalla popolazione eterosessuale, e che, sempre in rapporto alla densità di popolazione etero e omosessuale, semmai sono le vittime di tali abusi ad essere superiori nella popolazione omosessuale, anziché in quella eterosessuale.[78]

Attivismo politico

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Movimento di liberazione omosessuale.
Sin dagli anni sessanta, molte persone LGBT in Occidente, in particolare nelle aree metropolitane, hanno sviluppato una cosiddetta cultura gay. Per molti, la cultura gay viene semplificata dal movimento del gay pride, che provvede a parate annuali e all'esposizione di bandiere arcobaleno. Nonostante ciò, in realtà molte persone LGBT decidono di non partecipare alla cultura queer, e molte lesbiche e gay ne declinano l'importanza o l'efficacia. Per alcuni sembra essere uno scenario frivolo, che perpetua gli stereotipi gay. Per altri, la cultura gay rappresenta una forma di eterofobia ed è sdegnata perché causa di un allargamento del divario tra le persone gay e non-gay.
Con lo scoppio dell'AIDS nei primi anni ottanta, molti gruppi LGBT e campagne organizzate da vari individui per promuovere trattamenti per l'educazione all'AIDS, alla prevenzione, alla ricerca e al supporto al paziente, riuscirono grazie a queste iniziative a farsi avanti nel mondo politico e a richiedere ai vari governi del sostegno per tali programmi.
Le spaventose statistiche di morte causate dall'AIDS all'inizio sembrarono rallentare il progresso dei movimenti per i diritti ai gay, ma conseguentemente, ciò galvanizzò alcune parti della comunità LGBT al servizio pubblico e all'azione politica, e cambiò la comunità eterosessuale verso una risposta compassionevole. Moltissime produzioni cinematografiche, in questi anni, riportarono sul grande schermo questa sensibilità sociale alla crisi causata dall'AIDS anche nei confronti degli omosessuali; ricordiamo An Early Frost (1985), Che mi dici di Willy? (1990), Il Grande Gelo (1993), Philadelphia (1993), e Common Threads: Stories from the Quilt (1989).
Politici pubblicamente gay hanno ottenuto numerose assegnazioni politiche e governative, anche in nazioni con leggi sulla sodomia o con trascorsi storici ostili (come ad esempio in Germania e in Italia).
I movimenti LGBT sono contrastati da numerosi individui e organizzazioni. Alcuni conservatori credono che le relazioni sessuali con persone diverse da quelle del sesso opposto siano erosive nei confronti della famiglia tradizionale[79] e che i bambini dovrebbero crescere in una casa che abbia un padre ed una madre.[80][81] I diritti gay vengono spesso attaccati da una certa permissiva libertà di espressione da parte di alcuni individui,[82][83][84][85][86] da parte di persone che fanno appello alla libertà di esprimere la propria religione contraria all'omosessualità, anche nei posti di lavoro,[87][88] dalle varie chiese,[89] organizzazioni caritatevoli[90][91] ed altre organizzazioni religiose[92] in accordo con un unico punto di vista religioso.
Il prezzo critico che la correttezza politica deve pagare ha portato alla minimizzazione dei problemi relativi all'omosessualità e, per estensione, all'HIV.[93][94]

La presenza omosessuale in Italia oggi

Gli atteggiamenti nei confronti dell'omosessualità in Italia tendono ad essere più conservativi che in altre parti dell'Europa Occidentale[95]. Malgrado ciò, esiste una significativa tradizione liberale, benché anch'essa sia ostacolata da forze maggioritarie conservatrici che si oppongono con viva voce all'omosessualità in molte delle richieste che i movimenti LGBT e l'Unione Europea stessa fanno nel riconoscimento e tutela delle persone e delle coppie LGBT.
Una statistica del 2009 riscontra che il 52,5% della popolazione ritiene l'amore omosessuale eguale a quello eterosessuale, il 33,3% crede invece che l'omosessualità debba essere tollerata tanto quanto essa non debba essere ostentata, mentre il 9,3% la definisce immorale. Queste statistiche si ottengono da sostanziali differenze tra le categorie di età: mentre il 62,1% delle persone tra i 25 e i 34 anni ritiene l'amore omosessuale eguale a quello eterosessuale, solo il 33,9% di coloro che superano i 65 anni sono dello stesso parere.[96]
Lo stesso esame ha chiesto alle persone quale sarebbe la reazione che avrebbero se il loro figlio fosse gay o lesbica. Il 53,5% ha risposto che avrebbe accettato il fatto senza alcun problema, il 13,7% l'avrebbe meramente tollerato nella misura in cui il figlio non ne parlasse più, il 12,7% non lo accetterebbe e il 2,2% considererebbe l'idea di mandare il figlio da un dottore. Si riscontra che le donne sono più tolleranti per un 8% in più rispetto agli uomini. Esistono inoltre importanti differenze geografiche: nell'Italia Settentrionale il 71,2% dei testati accetterebbe il figlio gay, nel centro il 58,4% e nell'Italia Meridionale solo il 43,6%.[96]
In Italia è presente il movimento chiamato Arcigay, cui si associa anche Arcilesbica, che in ogni città pone dei punti di ritrovo e di ascolto per tutti coloro che hanno bisogno di incontrare e di discutere con altri omosessuali dichiarati in quell'ambiente. Inoltre ogni sede ufficiale Arcigay mette a disposizione alle persone di maggiore età una tessera che consente l'accesso a vari locali e punti di ritrovo.

Omosessualità e religioni

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e religioni.
Benché il rapporto tra omosessualità e religione possa variare grandemente in termini di tempo e spazio, tra differenti religioni e sette, e riguardo differenti forme di omosessualità e bisessualità, gli organi autoritari attuali e le dottrine delle più grandi religioni nel mondo vedono l'omosessualità in termini negativi. Ciò va dallo scoraggiare in linea di massima l'attività omosessuale, all'esplicito divieto di praticare il sesso omosessuale, opponendosi così all'accettazione sociale dell'omosessualità. Alcuni insegnano che l'orientamento omosessuale sia esso stesso un peccato,[97] mentre altri asseriscono che solo l'atto sessuale sia peccaminoso. Alcuni affermano che l'omosessualità sia superabile o curabile mediante la fede e le pratiche religiose. Dall'altra parte, esistono voci nelle stesse religioni che vedono l'omosessualità in termini più positivi, e le fazioni più liberali possono anche benedire il matrimonio omosessuale. Alcuni punti di vista ritengono l'amore e/o il sesso omosessuali sacri, e una mitologia dell'amore omosessuale è rintracciabile in molte zone del mondo. Nonostante le loro posizioni riguardo l'omosessualità, molte persone di fede si affidano sia ai testi sacri che alla tradizione nel giudizio di tale ambito. Comunque, l'autorità in varie tradizioni o in vari passaggi delle sacre scritture, nonché correzioni di interpretazione e traduzione sono ampiamente disputati e costantemente sotto esame.
Il tema dell'omosessualità sollecita da millenni l'interesse delle religioni.
La posizione tradizionale di buona parte delle religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo, islamismo) è in generale di ferma condanna degli atti omosessuali, ritenuti contrari al disegno divino e/o alla moralità.
Tuttavia, il dibattito in corso su questo tema ha prodotto e sta producendo posizioni maggiormente sfumate, sia pure sempre nel quadro della condanna tradizionale.

Cristianesimo

Cattolicesimo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Cattolicesimo.
La Chiesa cattolica afferma che le persone omosessuali devono essere trattate con "dignità e rispetto"[98], ma si dichiara contraria ai rapporti omosessuali, richiedendo loro la castità[99]. La posizione della Chiesa cattolica nei confronti dell'omosessualità è espressa nel documento emanato dalla Congregazione per la dottrina della fede, a firma cardinale Joseph Ratzinger, intitolato Cura pastorale delle persone omosessuali, che in merito stabilisce:
« Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata.[100] »
La Chiesa si oppone a qualsiasi forma di tutela e riconoscimento sociale della coppia omosessuale, e di proposizione dell'omosessualità come modello paritetico e parallelo all'eterosessualità.[101] Avvalora inoltre discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale in certuni contesti quali l'ordinazione sacerdotale,[102] l'assunzione a insegnanti di atletica, il servizio militare, l'adozione e l'affido.[98]
All'interno della Chiesa cattolica esiste tuttavia una pluralità di controversie in ordine alle questioni pastorali, pedagogiche, gnoseologiche, sociali e politiche connesse all'omosessualità. In particolare, gli approcci pedagogici vanno dal trasformazionalismo, che rifiuta la concezione di condizione omosessuale e propone un cammino di "guarigione" verso comportamenti eterosessuali (non previsto dalla dottrina), fino a pratiche di benedizione di coppie omosessuali cattoliche non riconosciute dal diritto canonico (ad esempio Holy Unions in Dignity/USA, e Patto d'amore nella Comunità di base di Pinerolo). Tra i due estremi, esistono una pluralità di approcci presumibilmente ortodossi (gruppi diocesani, metodo "Pezzini", ricerca teologica di Concilium, gruppi cattolici di studio su fede e omosessualità, ecc.).[103]

Chiesa ortodossa

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Chiesa ortodossa.
La Chiesa ortodossa è contraria ai rapporti omosessuali, non alle persone in quanto tali. Da questi, pretende la castità.

Protestantesimo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Protestantesimo.
Le Chiese Protestanti mostrano diversi atteggiamenti: alcune mostrano maggiore tolleranza, ammettono il matrimonio omosessuale e l'ordinazione di omosessuali nel clero senza l'obbligo di celibato, altre, invece, sono contrarie a qualunque tipo di relazione omosessuale.

Altre dottrine

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Testimoni di Geova.
I Testimoni di Geova sono contrari ai rapporti omosessuali ma si dichiarono "non omofobi". Critiche, discriminazioni e disprezzo verso persone omosessuali sono considerate dal loro movimento un comportamento non cristiano. Secondo i Testimoni, i cristiani dovrebbero trattare tutti con rispetto al di là del loro orientamento sessuale.

Islamismo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Islam.
La dottrina islamica, come chiaramente indicato in numerosi passaggi della Sharia, prevede la morte per l'omosessuale. In sette nazioni a prevalente religione islamica i rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia e Yemen. In molti altri paesi, dove le prescrizioni islamiche sono solo parzialmente accolte, l'omosessualità è invece punita con il carcere o pene corporali, per esempio in Bahrain, Qatar, Algeria e Maldive. In alcune nazioni come Turchia, Giordania, Egitto e Mali l'omosessualità non è proibita come tale, ma i gay possono essere condannati per offesa alla moralità pubblica.

Ebraismo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità ed Ebraismo.
L'ebraismo ortopratico, o "ortodosso", maggioritario in Israele, condanna l'omosessualità.
Tuttavia negli USA, dove risiede la maggiore comunità ebraica della Diaspora, la corrente maggioritaria dell'ebraismo, quella riformata, ammette unioni gay e ordina rabbini omosessuali; al suo interno vi sono anche alcune sinagoghe gay.

Buddhismo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Buddhismo.
Il precetto buddhista circa la sessualità recita "Astenersi da una cattiva condotta sessuale". Nelle diverse società ed epoche questo precetto è stato variamente interpretato, ma ha sempre mantenuto il significato di "non usare il sesso per nuocere agli altri". Questo esclude alcuni comportamenti violenti (stupro) o che non rispettano i sentimenti e la dignità propria e altrui (adulterio).
Per un monaco, questo significa semplicemente non avere rapporti sessuali con nessuno: uomini, donne o animali.
Nei paesi in cui si è diffuso il Buddhismo (Sud Est Asiatico, Cina, Corea, Giappone) non risultano leggi e condanne legali per le pratiche omosessuali, finché queste non furono introdotte dagli occidentali (in special modo britannici).
C'è da registrare che i punti di vista sull'omosessualità sono diversi e differenziati e vanno da una esplicita condanna (non senza fraintendimenti sui significati delle parole, come l'episodio relativo alla condanna dell'omosessualità da parte del Dalai Lama) e la piena accettazione.
L'attuale Dalai Lama Tenzin Gyatso, guida del buddhismo tibetano, ha condannato gli atti omosessuali con un «No assoluto. Senza sfumature»[104][105]. L'orientamento predominante è però quello di una serena accettazione[106].

Induismo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità e Induismo.
Non ci sono condanne esplicite, tuttavia è socialmente vista come negativa. Il fenomeno dei castrati, gli hijra, un tempo diffuso, è oggi più raro.

Comportamento omosessuale negli animali

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Omosessualità negli animali.
L'omosessualità negli animali si riferisce alla documentata evidenza di un comportamento omosessuale, bisessuale o transgender negli animali non-umani. Tali comportamenti includono rapporti sessuali, corte, affetto, accoppiamento e omogenitorialità. Comportamenti omosessuali e bisessuali sono diffusi nel regno animale: una ricerca del 1999 di Bruce Bagemihl dimostra che il comportamento omosessuale viene osservato in almeno 1500 specie, a partire dai primati agli acantocefali, ed è ben documentata per 500 specie.[4][5] Il comportamento sessuale animale ha differenti forme, anche nella stessa specie. Le motivazioni e le implicazioni di questi comportamenti non sono ancora stati ben compresi, dacché molte specie debbono ancora essere ben studiate.[107] Secondo Bagemihl, “il regno animale lo fa con molta più diversità sessuale – tra cui omosessualità, bisessualità e sessualità non produttiva – di quanto la comunità scientifica e la società abbiano voglia di ammettere.”[108]

Eterosessualità

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La parola eterosessualità definisce l'attrazione e quindi la preferenza sessuale verso individui dell'altro sesso.

Etimologia

Etero- deriva dal greco heteros, che significa "differente" (per altri esempi dell'uso si veda eterozigote, eterogeneo), mentre sessualità deriva dal latino sexus. Il termine "eterosessuale" venne inventato nel 1868 in opposizione al termine "omosessuale", entrambi coniati dal letterato ungherese di lingua tedesca Karl-Maria Kertbeny (1824-1882), e venne pubblicato per la prima volta nel 1869. "Eterosessuale" venne inserito per la prima volta nel 1923 nel Nuovo Dizionario Internazionale della Merriam-Webster, come termine medico per "passione sessuale morbosa per una persona del sesso opposto", ma nel 1934 nella Seconda Edizione Completa divenne una "manifestazione di passione sessuale per una persona del sesso opposto; sessualità normale"[1].

Voci correlate


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