Eiaculazione
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Sequenza di un'eiaculazione umana
Fisiologia
L'eiaculazione dura, generalmente, alcuni secondi ed è influenzata da
fattori fisici (durata delle contrazioni, numero e forza), quantitativi
(produttività della
ghiandola prostatica
e delle vesciche spermatiche) nonché psicologici (percezione del
piacere). È solitamente associata a sensazione di estremo piacere in
quanto nel corso dell'atto sessuale man mano che si avvicina il
raggiungimento dell'orgasmo si genera nell'uomo una situazione di forte
tensione, dovuta appunto alla pressione esercitata dallo
sperma alla base del pene.
Al momento dell'orgasmo ripetuti spasmi involontari
[1] provocano l'emissione del liquido attraverso l'
uretra
in forti schizzi e la conseguente, immediata sensazione di cessazione
improvvisa della tensione e appagamento. L'eiaculazione normalmente
termina nella fase della
detumescenza (anche se lo
sperma può continuare in piccole quantità a fuoriuscire), in cui i centri nervosi smettono di inviare impulsi all'
apparato genitale e il
sangue defluisce dai
vasi cavernosi (con relativa scomparsa dell'
erezione).
Generalmente,
l'emissione spermatica è costituita da tre flussi principali, emessi
con tre forti getti durante l'eiaculazione: nel primo abbiamo una
prevalente componente prostatica lubrificante, nel secondo e nel terzo è
preponderante la componente seminale; la terza parte svolge una azione
di pulizia all'interno dei tubuli, eliminando ogni residuo di liquido
seminale eventualmente presente.[senza fonte]
Patologia
- Può insorgere una condizione patologica definita eiaculazione precoce
dove il soggetto subisce un sovra-eccitamento che causa una
eiaculazione entro breve tempo (entro circa 1-2 minuti dalla
penetrazione vaginale)[2].
Può essere dovuto a fattori psicologici come stress o tensione (ad
esempio l'ansia da prestazione) ed è quindi di difficile soluzione. Sono
tuttora in commercio preservativi lubrificati con una crema anestetica che diminuisce la sensibilità del pene.
- La condizione che porta invece alla impossibilità di eiaculare è detta aneiaculazione, che può avere cause fisiche o psicologiche.
Masturbazione
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La
masturbazione è una pratica
autoerotica consistente nella sollecitazione volontaria degli
organi sessuali, o più raramente di altre parti del corpo, per ottenere
piacere.
In riferimento a questa pratica è usato, impropriamente,
[1] anche il termine
onanismo.
Cenni storici
La prima testimonianza della masturbazione sembra risalire a 28.000 anni fa: nel
2005 fu rinvenuto in
Germania, nella caverna di
Hohle Fels, un
fallo di pietra levigata risalente a tale epoca, che è stato interpretato come un antichissimo
dildo ante litteram.
[2]
Il dio egizio
Atum: per gli antichi Egizi, masturbandosi diede vita ai primi esseri viventi col proprio sperma
Per gli
antichi Egizi il dio
Atum, masturbandosi, diede vita ai primi esseri viventi col proprio
sperma.
[3] Tra gli
antichi greci la masturbazione era considerata un atto naturale. Il
filosofo Diogene il Cinico sembra praticasse la masturbazione in luoghi aperti
[4]
e si narra che avrebbe detto: “Raggiungerei la pace perfetta se potessi
soddisfare nello stesso modo con una frizione il mio stomaco quando si
lamenta per la fame”.
[5] Galeno
di Pergamo, invece, consigliava gli uomini di masturbarsi per regolare
la produzione dei liquidi corporei e alle donne per curare i disturbi
nervosi.
[6]
Una visione fortemente negativa della masturbazione fu diffusa dalla
scienza medica fra l'inizio del
Settecento e la fine dell'
Ottocento. Secondo Laqueur,
[7] alla radice di questa posizione c'è la pubblicazione, nel
1712, dell'opuscolo
Onania:
ovvero l'odioso peccato dell'autopolluzione e tutte le spaventose
conseguenze per entrambi i sessi, con consigli spirituali e materiali
per coloro che si sono già rovinati con questa pratica abominevole e
opportuni avvertimenti ai giovani della nazione di ambo i sessi....
L'opuscolo anonimo ebbe ampia diffusione, testimoniata dalle numerose
ristampe eseguite per tutto il secolo successivo. Secondo Thomas
Laqueur, il suo autore sarebbe stato il chirurgo John Marten, desideroso
di promuovere la vendita di tinture e polveri curative di sua
produzione.
La tesi di Marten fu ripresa da molti altri autori, fra cui lo
svizzero Samuel-Auguste Tissot (
1728-
1797) – uno dei più famosi medici europei del suo tempo. Il suo libro
Onanisme (
L'onanismo, ovvero dissertazioni sopra le malattie cagionate dalle polluzioni volontarie) fu pubblicato in
latino nel
1758, in
francese nel
1760 e negli anni successivi fu tradotto nelle principali lingue, fra cui l'
italiano (nel
1780 Tissot era stato nominato anche professore di Medicina clinica all'
Università di Pavia). Fra il 1760 e il
1905, l'edizione francese ebbe 63 ristampe. Il suo libello fu alla base di molte superstizioni
pseudoscientifiche, perdurate fino a tempi recenti, che hanno collegato la masturbazione alla
cecità e all'incurvamento della
colonna vertebrale.
Un corsetto per impedire pratiche onaniste (disegno contenuto in un testo pubblicato a
Stoccarda nel
1830
Per tutto l'
Ottocento le tesi di Tissot furono riprese da numerosi
scienziati, che attribuirono alla masturbazione e alle
polluzioni indotte
[8] ogni sorta di
malattia:
febbri, orrende
pustole, cecità, e perfino l'
epilessia e la tubercolosi spinale. «L'onanismo era divenuto malattia
mortale da curare con ogni mezzo. E a elaborare sistemi di
cura
e di repressione si applicarono in molti, gareggiando – loro, gli
addetti alla cura – in fantasiose perversioni, che risuonano di strane
assonanze con le mortificazioni cui si sottoponevano i
monaci medievali: mani legate dietro alla testata del letto o costrette in una specie di
camicia di forza durante la notte; apparati genitali stretti in
cinture di castità; canali dell'
uretra cauterizzati e mantenuti in uno stato di costante
infiammazione così da rendere dolorosissimo ogni toccamento;
amputazioni della
clitoride; applicazione agli uomini di congegni con allarme elettrico in caso di
erezione; utilizzo di anelli provvisti di punte acuminate pronte a conficcarsi nel membro eretto».
[9]
Solo all'inizio del
Novecento, con la nascita della
sessuologia, questo atteggiamento negativo fu abbandonato. Uno dei primi studi che contestò le tesi di Tissot fu
Studies in the Psychology of Sex, pubblicato nel
1897 da H. Havelock Ellis. La "normalità" della pratica masturbatoria nella
sessualità umana fu molto propagandata negli
anni quaranta e
cinquanta dal famoso sessuologo
Alfred Kinsey.
I termini
Il termine "masturbazione" deriva probabilmente dal latino
masturbari, ma la questione è controversa. Per alcuni deriva da '
manu stuprare, composto di
manu (
ablativo di
manus, mano) e
stuprare (disonorare, violare: forse da mettere in relazione con
stupere, restare stordito, stupefatto).
Altri sostengono che "masturbarsi" derivi dall'espressione
manu se turbare (turbarsi con la mano). Ma, se il
Dizionario Devoto-Oli accoglie questa origine, la smentisce invece il
Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di
Ottorino Pianigiani. Un'altra origine possibile è il greco
mezea (μεζεα, i peni) in unione con il latino
turbare.
Il termine è comunemente usato per definire la stimolazione erotica degli
organi sessuali, come il
pene nell'uomo, e la
clitoride e la
vulva nelle donne, e di altre aree sensibili del corpo come i
capezzoli, i
glutei o i
testicoli, effettuata con le
mani, con l'
acqua
o con oggetti, utilizzati anche solo per una semplice pressione. Tale
stimolazione può essere effettuata su sé stessi o su un'altra persona
(come nel
petting).
Nel linguaggio colloquiale, il termine "masturbarsi" è spesso
sostituito da espressioni figurative, per lo più non legate al sesso. Al
maschile, la più comune è "farsi una sega", che ricorda il movimento
dell'uso della
sega per tagliare la
legna. Altre espressioni sono "pugnetta" (che il dizionario Zingarelli accosta all'equivalente
spagnolo puñeta,
e che fa riferimento alla mano chiusa a pugno per compiere l'atto),
"pipa" o, regionalmente, "pippa" (in alcuni dialetti indica anche il
membro virile), "raspa" (termine usato per motivi analoghi a quelli di
sega), "uno contro cinque" (masturbazione come metaforica lotta tra uno, il pene, e cinque, le
dita della mano). Al femminile, le espressioni in uso sono minori: la
parole
più usate sono "ditalino" (o "ditale"), con riferimento al dito
usualmente impiegato dalle donne nella masturbazione e "sgrillettamento"
termine riferito alla stimolazione clitoridea.
Anatomia e fisiologia
Sul piano fisico, dal punto di vista dell'
anatomia, della
fisiologia e dell'
endocrinologia la masturbazione è collegata a mutate condizioni
ormonali, alla maturazione dei
genitali e alla curiosità per questo nuovo aspetto del proprio corpo tipica degli
adolescenti.
Tale curiosità in genere è influenzata, oltre che da fattori culturali,
anche dalla diversa struttura degli organi genitali nel maschio e nella
femmina: i genitali del maschio sono per lo più esterni e possono
essere esplorati facilmente; gli organi genitali femminili sono per lo
più interni e quindi la loro osservazione è meno immediata.
Per quanto riguarda le funzionalità dei rispettivi apparati genitali,
fra i due sessi vi sono profonde differenze, ma anche analogie:
- la fisiologia della donna prevede che, per tutto il periodo fecondo,
si abbia un'ovulazione ogni circa ventotto giorni (fatti salvi i
periodi di gravidanza).
Le cellule uovo non fecondate rimangono vitali per 2-3 giorni dopo di
che vengono naturalmente riassorbite o espulse dall'organismo. La
pulsione sessuale, inclusa la masturbazione, non sembra peraltro seguire
i cicli ormonali e può persistere dopo la menopausa, nonostante la
fisiologica riduzione della lubrificazione vaginale.
- nell'uomo, dal momento della pubertà e sino ad età avanzata c'è una produzione continua di spermatozoi,
che vengono conservati per un periodo limitato di tempo (perché la loro
produzione è continua e perché non mantengono la loro vitalità in modo
indefinito). Anche nell'anziano di sesso maschile la libido e la
masturbazione possono essere conservate, nonostante una maggiore
difficoltà, del tutto fisiologica, nell'ottenere o mantenere l'erezione.
Se il maschio non si masturba o non ha rapporti sessuali, gli
spermatozoi non eiaculati vengono riassorbiti dall'organismo, o
eliminati con le urine oppure attraverso la polluzione spesso notturna e
associata a sensazioni piacevoli o a sogni erotici[11].
Psicologia
Sul piano psicologico la pratica della masturbazione è collegata a
cambiamenti profondi nella percezione del sé, con particolare riguardo,
anche se non esclusivamente, alla
psicologia dell’età evolutiva.
Le modalità che spingono alla ricerca del piacere legato alla
masturbazione, quasi sempre solitario, sono diverse, e occorre quindi
affrontare il problema specifico sotto i vari aspetti.
Adolescenti
Partendo dal caso degli adolescenti, cioè di ragazzi e ragazze che
cominciano a vivere psicologicamente il peso di grandi cambiamenti
emotivi, psicologici e sociali, l'approccio deve essere molto attento.
Il passaggio dalla scoperta e osservazione del proprio apparato
sessuale alla masturbazione vera e propria può essere naturale e
consequenziale per alcuni, oppure casuale per altri, che vengono in
contatto con esperienze o informazioni che fanno maturare il desiderio
di sperimentarle su sé stessi. La masturbazione comunque è genericamente
considerata, nella fase della
pubertà, un mezzo per prendere confidenza con i cambiamenti del proprio
corpo e acquisire familiarità e coscienza di sé — oltre che, ovviamente, un modo per ricavare piacere.
Adulti
Dopo i primi anni dell'adolescenza, tuttavia, diminuisce la frequenza
della masturbazione, e a questa viene preferito il rapporto con
un'altra persona.
Quindi la pratica della masturbazione solitaria lascia il campo alle
prime esperienze di scoperta dell'altro, che possono portare pure al
petting
e alla masturbazione reciproca. In questa situazione, la masturbazione
assume un significato diverso dal caso precedente, perché il singolo
mette in atto una fase di crescita condivisa, sia sul piano emotivo sia
psicologico. Tale pratica masturbatoria condivisa poi può proseguire per
tutta la vita della coppia – ed è una pratica perfettamente fisiologica
[12]
– perché presuppone un approccio sincero e comune alla sessualità. La
conoscenza di sé e dell’altro derivante dalla masturbazione reciproca o
condivisa può costituire una seria base per ottenere un maggiore
soddisfazione nei rapporti con il partner, e rendere quindi il rapporto
più maturo e solido.
Tuttavia quasi sempre in una coppia i componenti, pur avendo una
diminuzione notevole della frequenza con cui praticano l'autoerotismo,
non smettono mai di praticarlo, poiché questo consente loro di vivere
una sessualità libera dai condizionamenti dati dalla coppia e di
continuare a conoscere il proprio corpo, e, a differenza di quanto a
volte si pensi, non vi è nulla di patologico o di anomalo in ciò.
Oltretutto l'autoerotismo spesso sostituisce il rapporto sessuale in
caso di momentanea lontananza del partner.
A volte succede che i componenti di una coppia protagonista di un
rapporto che dura da molti anni (e quindi si tratta talvolta di persone
anziane), pur sentendo ancora forti legami, perde interesse sessuale
reciproco; in questa situazione si verifica un nuovo aumento della
frequenza della pratica masturbatoria, perché il rapporto sessuale
dentro la coppia diventa meno soddisfacente e si cerca una soddisfazione
solitaria senza far ricorso a elementi terzi, esterni alla coppia
stessa.
[13] La masturbazione, in questa situazione, può essere l’alternativa alla ricerca di altri partner (amanti) o al ricorso alla
prostituzione.
Comportamenti patologici
La pratica della masturbazione assume aspetti patologici quando si manifesta in modo compulsivo.
Tecniche
Come già detto precedentemente, masturbarsi significa sollecitarsi
gli organi genitali, ma anche altre parti sensibili del corpo, con le
mani o con oggetti. Ad esempio, le prime esperienze possono nascere
dalla pressione del proprio membro contro un oggetto. Può avvenire
stimolando il
pene, la
vulva, la
clitoride o l'
ano in vari modi e inoltre toccando i propri
capezzoli o altre zone durante la masturbazione stessa. Si usano a volte strumenti erotici come
vibratori,
palline Ben Wa,
vagine artificiali e sostanze
lubrificanti. La masturbazione che segue l’eccitazione viene sempre innescata da processi nervosi, che hanno sede nella
corteccia e che passano per l’
ipotalamo:
[21] quindi è pratica diffusa utilizzare
materiale pornografico
o seguire fantasie sessuali prima o durante tale attività, specialmente
se solitaria. L'attività masturbatoria può essere in alcuni casi
ritualizzata, e si può arrivare alla
parafilia. In alcuni casi si fa ricorso a tecniche estreme per rendere più intenso ed elaborato il
piacere; in questo caso, però, c'è il rischio di seri danni per la
salute.
Maschio
Comunemente, il maschio tiene il
pene in
erezione fra le dita, che possono essere chiuse a pugno, e muove ritmicamente la mano lungo l'asta del pene fino a raggiungere l'
orgasmo.
- Col pene non circonciso, il prepuzio copre e scopre ritmicamente il glande, e pure il frenulo concorre a produrre sensazioni piacevoli.
- Col pene circonciso,
si muove ritmicamente la pelle intorno al glande. A volte si massaggia
direttamente il glande stesso e il suo bordo, o possibilmente anche il
frenulo.
In entrambi i casi spesso si cerca di evitare l'attrito, che può
comportare una sensazione di fastidio, usando un lubrificante. Il pene è
molto sensibile al tatto, sia per il gran numero di terminazioni
nervose presenti, sia per la sottigliezza ed elasticità della pelle che
lo ricopre (dello spessore di pochi decimi di millimetro). Le tecniche
usate possono variare da individuo a individuo. A volte si fa uso anche
di simulacri del corpo umano, ad esempio di una
vagina artificiale.
Frequente è la tecnica di rallentare o sospendere la stimolazione un
attimo prima del raggiungimento dell'orgasmo, e riprenderla subito dopo,
allo scopo di prolungare il
plateau di piacere fisico (tecnica detta dello
stop and go). Dopo l'eiaculazione, si ha il
periodo refrattario,
più o meno lungo a seconda degli individui e dell'età. La masturbazione
effettuata dal partner può essere praticata con diverse parti del
corpo: con mani, piedi (
footjob), cosce, oralmente (
sesso orale) e, quando il partner è di sesso femminile, con l'ausilio del seno (in questo caso è chiamata volgarmente "
spagnola"); una variante consiste nell’inserire il pene nel foro di una parete in un gioco erotico chiamato
glory hole. Al momento dell'eiaculazione solitamente il maschio tiene in prossimità del
glande un fazzoletto (o una salvietta) in cui si raccolgono gli schizzi di sperma.
[22]
Femmina
Tra le tecniche femminili in uso, frequente è lo sfiorare o lo strofinare la
vulva (e soprattutto la
clitoride)
con il dito indice o medio, o entrambi; spesso ci si accarezza allo
stesso tempo il seno e i capezzoli, per aumentare il piacere.
L'inserimento di anulare e medio, per stimolare la parete
interna-anteriore della vagina, consente di comprimere il palmo della
mano sulla clitoride: in questo modo si crea una stimolazione sia
interna sia esterna che conduce a notevoli contrazioni orgasmiche. A
volte, una o più dita possono essere inserite nella vagina per
manipolare ripetutamente la parete interna anteriore, dove è situato il
cosiddetto "
punto G". A volte vengono usati
vibratori (o
dildo) e
palline Ben Wa. Alcune amano anche la stimolazione anale e, nel caso vi sia
penetrazione, spesso utilizzano del
lubrificante per facilitarla.
Con la masturbazione una donna impiega mediamente 3 minuti per
raggiungere l'orgasmo, anche se ovviamente il tempo varia da donna a
donna. A volte si cerca di prolungare il piacere ritardando l'orgasmo e
alcune donne, dopo averlo raggiunto, proseguono la stimolazione
(vaginale o clitoridea) in modo da avere orgasmi multipli.
Ci sono donne che durante la fase orgasmica, o in prossimità di essa, hanno un'eiaculazione, chiamata anche
squirting,
grazie alla quale espellono una (più o meno) grande quantità di liquido
incolore. In questi casi, la donna che si masturba utilizza una
salvietta o un telo impermeabile per evitare di macchiare il letto, il
divano o quant'altro.
Vi è inoltre la possibilità di attuare una masturbazione che non
prevede l'utilizzo delle mani, né di oggetti, ma che avviene
semplicemente contraendo volontariamente i muscoli del pavimento
pelvico. In questi casi però, affinché si riesca a raggiungere
l'orgasmo, è necessaria una "buona dose di concentrazione"
(l'immaginazione qui fa da regina). Questa pratica è conosciuta con il
nome di "esercizi di Kegel" ed è utile anche per avere una maggiore
sensibilità durante il coito e favorisce il raggiungimento di orgasmi
multipli.
Per alcune donne, la masturbazione è un'attività secondaria e "sostitutiva" del coito. Molte altre invece, unitamente a
Psicologi e a
sessuologi, la ritengono una pratica che unisce il piacere erotico alla scoperta del proprio
corpo.
Le donne che riescono a raggiungere l'orgasmo attraverso la
masturbazione anche nel rapporto con il partner spesso usano tale
tecnica come ulteriore stimolo. Raggiungere l'orgasmo con la
masturbazione infatti spesso è più facile che con la penetrazione, e
spesso è lo stesso partner a collaborare.
[23]
La masturbazione effettuata dal partner può essere praticata in vari
modi: con una stimolazione clitoridea, con una stimolazione vaginale
(quindi inserendo le dita all'interno della vagina), oppure con doppie
stimolazioni simultanee (clitoridea e vaginale, vaginale ed anale,
ecc...). Vi è inoltre il sesso orale con il quale il partner lecca (o
bacia) la vulva, in particolar modo la clitoride, e contemporanemanente
c'è la possibilità per il partner di penetrare la vagina con una o più
dita e stimolare la parete interna-anteriore. Un'altra tecnica di
masturbazione, se pur meno comune, è il
fisting: pratica con la quale il partner inserisce l'intera mano all'interno della vagina.
Frequenza
La masturbazione può avvenire sin dalla prima
infanzia – quando il
bambino scopre che l'area genitale, se stimolata, fornisce piacere – e viene cercata ancor di più a partire dalla
pubertà,
mentre può diventare meno frequente dopo i primi rapporti con un
partner o con l'avanzare dell'età. È una pratica che accompagna molti
individui per tutta la vita. Poiché tale pratica investe la sfera
privata, ogni valutazione sulla sua frequenza e diffusione appare
necessariamente legata a sondaggi su base volontaria, che non sempre
fotografano la realtà del fenomeno.
Uno di questi sondaggi, organizzato in rete della rivista
NOW di
Toronto, ha ricevuto migliaia di risposte.
[24]
Da tale ricerca risulterebbe che una schiacciante maggioranza di
maschi – l'81% del campione – avrebbe cominciato a masturbarsi
consapevolmente fra i 10 e i 15 anni. Tra le femmine, la stessa fascia
di età mostrerebbe una più modesta maggioranza del 55%. Non è insolito
tuttavia cominciare molto prima, cosa che sarebbe più comune fra le
ragazze: il 18% di esse infatti comincerebbe a masturbarsi prima dei 10
anni contro solo il 7% dei i maschi mentre per la fascia d'età che va
dai 10 ai 12 anni la scoperta della masturbazione avverrebbe in
percentuali analoghe per maschi e femmine (14%).
La frequenza della masturbazione diminuirebbe dopo i 17 anni di età:
questo declino sarebbe più netto fra le ragazze e più graduale fra i
ragazzi. Mentre le ragazze fra i 13 e i 17 anni si masturberebbero in
media almeno una volta al giorno (quasi altrettanto spesso dei loro
coetanei maschi), le donne adulte lo farebbero solo 8 o 9 volte al mese,
contro le 18-22 degli uomini di pari età. La capacità di masturbarsi
declina con l'età: gli adolescenti dichiarano di potersi masturbare
anche sei o più volte al giorno, mentre gli uomini di mezza età fanno
fatica a eiaculare anche una volta al giorno soltanto.
Esisterebbe, nei maschi, una connessione fra la circoncisione e la
frequenza della masturbazione, secondo un sondaggio condotto su 1.410
uomini nel
1992 negli
Stati Uniti
ad opera degli studiosi E.O. Laumann, C.M. Masi and E.W. Zuckerman: «Il
49% degli uomini circoncisi riferisce di masturbarsi almeno una volta
al mese, contro il 34% riportato dai non circoncisi»
[25].
Effetti
In gran parte delle culture riguardo a questa pratica esistono molte voci e
leggende,
che possono essere dirette ad incoraggiarla (si pensi ai riti di alcune
popolazioni africane che pensano di rendere più fertile la terra
spargendovi sopra il proprio seme) o a scoraggiarla. Per le indicazioni
per quest'ultimo senso non c'è fondamento scientifico oggettivo: non è
mai stata provata infatti alcuna influenza negativa della masturbazione
sulla
salute fisica, purché non si cada nel caso della
masturbazione compulsiva.
Da uno studio condotto da un gruppo di ricerca
australiano (guidato da Graham Giles, presso il
Cancer Council Victoria di
Melbourne), e pubblicato il 16 luglio
2003 sul
British Journal of Urology[26], è invece emerso che eiaculare frequentemente, soprattutto in giovane età, porta ad una riduzione del rischio di
cancro alla prostata
fino a un terzo. Lo studio ha suggerito inoltre che le eiaculazioni
raggiunte tramite masturbazione sarebbero più efficaci per la
prevenzione rispetto a quelle raggiunte in seguito alla penetrazione,
perché in caso di frequente promiscuità l'effetto benefico potrebbe
essere cancellato dalla trasmissione di malattie che aumentano il
rischio di cancro. Altri studi, tuttavia, sembrano indicare risultati
opposti per la fascia d'età compresa fra i 20 e i 40 anni.
[27]
Aspetti etico-religiosi
La masturbazione, correlata alle grandi questioni umane del
sesso e della
generazione della vita, ha interessato le grandi religioni monoteiste; nella
Bibbia, tuttavia, non vi sono riferimenti espliciti (si parla invece di
onanismo come tecnica anti-concezionale). Nell'
ebraismo, nel
cristianesimo e nell'
islamismo, la masturbazione ha quasi sempre una connotazione negativa, più o meno marcata.
Arte
- Nella pittura, il tema è stato trattato, in modo più o meno esplicito, da moltissimi artisti, da Gustav Klimt a Édouard-Henri Avril, per citarne solo alcuni.
- Moderni disegnatori spesso toccano questo tema, come l'italiano Milo Manara.
- Nell'ambito del cinema, ad esempio, Le due inglesi di François Truffaut tratta anche dell'influenza della masturbazione sul comportamento di uno dei protagonisti.
- Nella musica, Lucio Battisti accenna alla masturbazione nella canzone Anonimo (1974), Gianna Nannini in America, Pierangelo Bertoli la nomina in A muso duro, Francesco Guccini ne parla nell'Avvelenata (1976), Lucio Dalla in Disperato erotico stomp, brano del 1977 e in L'impresa eccezionale (1996) in collaborazione con gli Articolo 31, Vasco Rossi in Albachiara (1979) e in "E..." (2004), i Buzzcocks in Orgasm Addict (1978), Umberto Tozzi in Gloria (1979)[28], Fiorella Mannoia in Caffè nero bollente (1981), gli Stadio (su versi di Roberto Vecchioni) in Canzone d'amore sprecato (1995); Giorgio Gaber con Sandro Luporini ha composto sul tema la canzone La bugia (per lo spettacolo Anche per oggi non si vola del 1974), e il monologo La masturbazione (per lo spettacolo Anni affollati del 1981).[29].
- La letteratura non erotica si è interessata al tema, in particolare quella comica e la satira. Woody Allen scrive: «Non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!», e Daniele Luttazzi: «Smise di essere cattolica quando un sacerdote le disse: "Masturbarsi è peccato". Lei allora gli disse: "Ci si vede"».(Capolavori, p.79). Thomas Szasz: «La masturbazione è la prima attività sessuale dell'umanità. Nel XIX secolo era una malattia; nel XX secolo una cura».
La masturbazione femminile
4
Piacere e appagamento, ecco le virtù della masturbazione femminile, che ha lo scopo della stimolazione del clitoride. Scopri questo piacere solitario...
Una pratica ancora tabù
Il termine masturbazione proviene dal latino
"manus" (mano) e "stuprare" (sporcare, contaminare)… Questo spiega che
tale atto sia stato aspramente condannato per tanti secoli. La Chiesa
cattolica afferma ancora oggi che la masturbazione è
una perversione. Al giorno d’oggi la sessualità si è fatta più libera,
ma le donne che ammettono di masturbarsi sono ancora poche (il 45% della
popolazione femminile si masturberebbe regolarmente). Senso di colpa,
vergogna? L’educazione che riceviamo gioca un ruolo fondamentale nella
nostra sessualità. Alcuni genitori vietano ai propri figli di toccarsi
il sesso causando spesso un blocco. Quello che potrebbe essere piacere e
voluttà diventa cosi’ sporco e tabù.
Trovare il proprio equilibrio sessuale
Numerosi studi provano che le donne che si dedicano alla masturbazione
hanno una vita sessuale molto più attiva e soddisfacente. Buono a
sapersi, la maggior parte delle donne raggiungono l’orgasmo solo
masturbandosi. Quindi, se sei tra quelle che ancora si fanno scrupoli,
prova e vedrai! La masturbazione è inoltre il modo
migliore per conoscere i propri punti sensibili e scoprire il proprio
corpo: clitoride, punto G e altre zone erogene.
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Masturbazione: come fare?
La masturbazione richiede una certa familiarità con il proprio corpo. Consigli e tecniche per imparare a carezzarsi...
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Masturbazione e orgasmo
La masturbazione porta al settimo cielo....
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La masturbazione maschile
E negli uomini, come funziona? Tutti i segreti del loro piacere solitario...
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Il tabù della masturbazione
Per
molto tempo la masturbazione è stata considerata un gesto ripugnante e
proibito. Ancora oggi non è sempre facile parlarne e praticarla senza
complessi...
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Parla della masturbazione nel nostro forum!
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Eiaculazione femminile
Da
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Alcuni dei
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Il termine
eiaculazione femminile[1] si riferisce alla espulsione dagli organi genitali della donna di un
fluido durante la stimolazione, l'
eccitazione sessuale, durante l'
orgasmo, simile all'
eiaculazione maschile.
Si tratta di un fenomeno a proposito del quale non esiste ancora un
consenso unanime nella comunità medica e scientifica. La sua esistenza è
stata riconosciuta da molti, ma sebbene sia stato accertato che in
alcune donne vi sono manifestazioni eiaculatorie che si qualificano come
straordinarie rispetto ai normali fenomeni di lubrificazione connessi
all'eccitazione sessuale, a tutt'oggi manca un consenso scientifico in
merito alle modalità dell'eiaculazione stessa. Lo stesso vale per la
fonte dei fluidi in questione, che non è ancora stata univocamente
identificata.
I progressi della ricerca medica e scientifica in questo ambito
paiono essere rallentati da due fattori concomitanti. Oltre al fatto che
si tratta di un fenomeno non unanimemente riconosciuto, per cui le
ricerche in materia sono limitate nel loro numero, vi è il fatto che la
sua bassa incidenza sulla popolazione femminile fa sì che sia difficile
trarre dalle ricerche effettuate delle considerazioni di carattere
generale. L'eiaculazione femminile è infatti un fenomeno che per quanto
visto finora pare interessare una piccola percentuale della popolazione
femminile (secondo alcuni dell'ordine del 10%), e gli studi effettuati
sino ad ora hanno preso in esame un numero troppo ridotto di casi
accertati per potere esprimere un giudizio scientifico ritenuto valido.
Caratteristiche dell'eiaculazione femminile
In seguito alla stimolazione interna della vagina, le ghiandole
parauretrali presenti nella donna secernono nell'uretra un fluido che
poi viene da essa espulso nel corso dell'atto sessuale o in
corrispondenza dell'orgasmo. Si qualificano due differenti tipi di
eiaculato: il primo è un fluido di consistenza lattiginosa, di colore
biancastro, emesso in scarsa quantità e rilevabile facilmente dato che
si deposita in corrispondenza dell'imboccatura della vagina; il secondo è
un liquido trasparente emesso in quantità più o meno considerevoli con
manifestazioni di carattere eiaculatorio più evidente ed "esplosivo",
che rassomiglia all'urina (della quale potrebbe essere una versione
semplicemente diluita in seguito alla commistione di quest'ultima con il
liquido secreto dalle ghiandole parauretrali).
Si tratta in ogni caso di un fenomeno che non va confuso con la
lubrificazione vaginale femminile, in quanto i fluidi considerati sono
tutti provenienti dall'uretra.
Storia della ricerca medica
Nel
1559 l'anatomista italiano
Realdo Colombo riferì dell'eiaculazione femminile mentre spiegava le funzioni della
clitoride, e nel
XVII secolo l'anatomista olandese
Regnier de Graaf
scrisse, in un libro sull'anatomia femminile, di fluidi «che correvano
fuori» e «che zampillavano» durante l'eccitamento sessuale.
[2]
Egli nel 1673 identificò la cosiddetta "prostata femminile" costituita
da un insieme di piccole ghiandole situate sulla parete anteriore della
vagina attorno alla parte inferiore dell'
uretra. La medicina moderna riconoscerà che questa componente del sistema genitale femminile costituisce l'
omologo della
prostata maschile. Nel 1860 il ginecologo
Alexander Skene riconobbe queste formazioni e le battezzò con il nome di
ghiandole di Skene, attribuendovi la funzione di espellere un liquido per aumentare la
lubrificazione e la
libido
nella donna. Tale caratteristica è stata confermata da studi recenti
che hanno accertato che in presenza di stimolazione interna della vagina
le ghiandole di Skene possono effettivamente secernere grandi quantità
di liquido lubrificante,
[3]
risultando il candidato più probabile nella ricerca dell'organo alla
base dell'eiaculazione femminile. In alcune situazioni patologiche di
origine somatica, l'
eiaculazione retrograda,
consistente nello spostamento del fluido fino alla vescica attraverso
l'uretra, potrebbe rappresentare una ulteriore spiegazione dell'assenza
del fenomeno dell'eiaculazione in alcune donne.
Uno studio condotto nel 2002 presso l'università dell'Aquila ha riscontrato una grande variabilità della
microanatomia
femminile, per cui la grandezza delle aperture delle ghiandole
periuretrali varia moltissimo da donna a donna, fino a quasi scomparire
e/o essere atrofiche in alcune donne.
[4]
Se le ghiandole periuretrali sono la causa dell'eiaculazione femminile,
questo potrebbe allora spiegare l'assenza del fenomeno in molte donne.
Le ghiandole di Skene e l'eiaculazione femminile
Le donne possiedono organi secretori sviluppatisi dallo stesso
tessuto embrionale della prostata maschile (della quale costituiscono l'
omologo, similmente alla relazione che vige tra
testicoli e
ovaie) che sono chiamati ghiandole periuretrali o di Skene. Esse sono situate sulla parete anteriore della
vagina attorno alla parte inferiore dell'
uretra, in corrispondenza di quello che buona della letteratura definisce il
punto G.
La dimensione e la struttura di queste ghiandole sembrano variare, in
modo anche considerevole, da donna a donna, potendo persino sfociare
nell'atrofia in alcuni casi. Il fluido che producono presenta delle
somiglianze in composizione chimica e ormonale con quello secreto dalla
prostata maschile (quello in cui viene diluito lo
sperma)
e, così come negli uomini, una volta secreto passa per l'uretra. Le
ghiandole di Skene si possono riempire di fluido in risposta
all'eccitazione sessuale e in particolare in seguito alla stimolazione
vaginale interna, presumibilmente stimolando il "punto G", cioè la
radice della clitoride (mediamente situata a circa 2-3 cm all'interno
della parete anteriore della vagina). In alcuni casi possono essere
sentite con l'esplorazione digitale attraverso il muro vaginale. Il
rigonfiamento del tessuto circostante l'uretra risulta in tali casi il
risultato di una combinazione tra le ghiandole che si riempiono di
fluido e il tessuto erettile circostante che si solleva (fatto dello
stesso tessuto che negli uomini costituisce il corpo spugnoso, che
consente l'erezione del pene).
Il fluido accumulato nelle ghiandole viene immesso nell'uretra da cui
può venire espulso in seguito alle contrazioni ritmiche dei muscoli
pelvici tipiche dell'orgasmo. In questo caso il fluido reca solitamente
tracce di urina, come evidenziato da analisi chimiche condotte in ambito
scientifico. Il quantitativo di fluido rilasciato è assai variabile, in
seguito al ripetersi delle contrazioni e al conseguente riempimento e
svuotamento delle ghiandole durante l'orgasmo.
Composizione chimica dell'eiaculato
Uno studio effettuato su un campione di donne, alcune delle quali
manifestavano eiaculazione femminile, ha permesso di analizzare
chimicamente i fluidi espulsi nel corso del processo. I liquidi
analizzati provenivano esclusivamente dall'uretra, e le analisi
[5][6] hanno rilevato che il fluido lattiginoso conteneva le seguenti sostanze:
- glucosio (uno zucchero naturale) e fruttosio (un altro zucchero naturale, rinvenuto anche nel fluido seminale prostatico);
- antigene prostatico specifico (PSA), un enzima prodotto dalla prostata e presente nello sperma
che il PSA mantiene fluido dopo l'eiaculazione. È stato ipotizzato che
nella donna l'antigene venga generato dalle ghiandole periuretrali di Skene;
- un livello basso di creatinina e molto alto di urea,
i due principali marcatori chimici dell'urina. Entrambi sono stati
rinvenuti in alte concentrazioni nei campioni di urina raccolti in
momenti precedenti e successivi all'eiaculazione.[7]
Analisi chimica (eiaculato/urina):
- urea (18 grammi nell'eiaculato / 25,6 grammi nell'urina)
- acqua (40 / 49 g)
- ione solfato (3,2 / 8,3 g)
- ione fosfato ( -- / 3 g)
- ione cloruro ( -- / 9,6 g)
- ione ammonio (2,3 / 6,2 g)
- creatinina (2,6 / 12,9 g)
- ione calcio ( -- / 2,2 g)
- acido ippurico (1,3 / 1,2 g)
- ione sodio ( -- / 1,2 g)
- PSA (4, 2 / -- g) --> Antigene prostatico specifico
- glucosio (1,8 / 1,1 g)
Nel
1997, un altro studio analizzò le urine alla ricerca del PSA tramite MEIA (
Microparticle Enzyme Immunoassaye,
metodica immunoenzimatica a microparticelle)
rilevando che il 75% del campione esaminato mostrava un'elevata
concentrazione di PSA nelle urine post-orgasmiche che non era presente
nel campione pre-orgasmico. Il fluido raccolto al momento dell'orgasmo
(distinto dal campione delle urine) mostrò la presenza del PSA nel 100%
dei campioni.
[8]
Nella società
Diagnosi differenziale
La disinformazione riguardante l'eiaculazione femminile può portare
alla diagnosi di un errato quadro clinico di fondo oppure a
diagnosticare patologie inesistenti.
Recenti studi hanno ormai appurato che il fluido lattiginoso eiaculato viene espulso attraverso l'
uretra,
anche se permane la credenza, errata, che esso sia rilasciato
attraverso la vagina. Una donna che non sia stata informata
correttamente sulle possibilità di eiaculazione femminile potrebbe
pensare di soffrire di incontinenza urinaria e cercare un intervento
medico. La cura per l'incontinenza urinaria (da stress o da altre
patologie) richiede spesso l'uso di medicinali o un intervento
chirurgico, entrambi non necessari in questo caso.
Pornografia
In alcuni film pornografici, le donne mostrano l'eiaculazione di un
fluido liquido trasparente. Nella maggior parte dei casi si tratta di
fuoriuscite involontarie o meno di urina. Questo genere di pratica è
noto con il nome di squirting. Il genere è diffuso anche nella pornografia giapponese dove prende il nome di shiofuki.
Censura nei film inglesi
Nel
Regno Unito, la
British Board of Film Classification,
l'ente britannico che si occupa della classificazione dei film, nega
l'esistenza del fenomeno dell'eiaculazione femminile, definendola come
la sola urinazione durante l'atto sessuale, negando l'esistenza
dell'eiaculazione da ghiandole (quindi dell'espulsione di liquido
lattiginoso molto differente dall'urina) e classificandola come
perversione sessuale escludendone in tal modo la rappresentazione a
causa della normativa inglese sulla censura che viene imposta su ogni
materiale che ricade all'interno della sezione 2 degli
Obscene Publications Acts (
Disposizione sulle pubblicazioni oscene)
[9] che proibiscono la rappresentazione di pratiche riferite all'
urofilia.