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Le #donne sono la più bella creazione del #mondo, per la #festadelladonna a tutte voi un #augurio affinché ogni vostro #desiderio sia al più presto esaudito!
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La
Giornata internazionale della donna ricorre l'
8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.
[1][2] Rappresenta una delle giornate dedicate ai diritti di genere, insieme alla
Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne -
25 novembre - istituita il
17 dicembre 1999, e che in comune con l'8 marzo ha il fatto di essere nata all'interno di specifici contesti politici e sociali.
Questa celebrazione si tiene negli
Stati Uniti d'America a partire dal
1909, in alcuni paesi europei dal
1911 e in Italia dal
1922.
[3] Specialmente in passato ed ancora oggi, ad esempio dall'
UDI, viene anche definita
Festa della donna.
[4]
In occasione della giornata della donna 2017 si auspica, da fonti
ONU, che nel mondo sia raggiunta una effettiva parità di genere entro il 2030.
[5]
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a
lottare energicamente per l'introduzione del suffragio universale delle donne, senza
allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne. Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta,
Die Gleichheit (L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.
Sciopero delle camiciaie
di New York
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli
Stati Uniti, la socialista
Corinne Brown scrisse, nel febbraio del
1908 sulla rivista
The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908
[6], causa l'assenza dell'oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di
Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman's Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell'iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il
Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali
di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale
giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio
1909.
[7] Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, a
New York iniziò un grande sciopero di ventimila
camiciaie, che durò fino al 15 febbraio
1910.
[8] La successivo domenica 27 febbraio, alla
Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il
Woman's Day.
[9]
Il Woman's Day tenuto a
New York il successivo 28 febbraio venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella
Folkets Hus (Casa del popolo) di
Copenaghen dal 26 al 27 agosto
1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Manifesto tedesco relativo alle locali manifestazioni della Giornata della Donna dell'8 marzo 1914, la cui richiesta principale era il diritto di voto[6]
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi
europei -
Germania,
Austria,
Svizzera e
Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta domenica 19 marzo
1911[10] su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di
Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in
Germania, «il 19 marzo
1848, durante la rivoluzione, il
re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della
Comune di Parigi[11], così come a
Vienna, dove alcune manifestanti portarono con sé delle bandiere rosse (simbolo della Comune) per commemorare i caduti di quell'insurrezione.
[12] In
Svezia si svolse il 1º maggio 1911, in concomitanza con le manifestazioni per la
Giornata del lavoro[6].
La manifestazione non fu ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in
Russia si tenne per la prima volta a
San Pietroburgo solo nel
1913, il 3 marzo, su iniziativa del
Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti; l'anno seguente gli organizzatori vennero arrestati, impedendo di fatto l'organizzazione dell'evento
[6]. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta domenica 8 marzo
1914[6], giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi. Lo stesso giorno vi furono degli scontri a Londra, dove era prevista una marcia di protesta: la giornalista socialista
Sylvia Pankhurst, che aveva da poco fondato la
East London Federation of Suffragettes, venne arrestata a
Charing Cross, mentre si stava dirigendo verso
Trafalgar Square, dove avrebbe dovuto tenere un comizio.
[13].Sempre nel 1914, in
Francia, si tenne con una manifestazione organizzata dal
Partito socialista a
Parigi il 9 marzo.
Le celebrazioni furono interrotte in tutti i paesi belligeranti negli anni seguenti allo scoppio della
prima guerra mondiale, avvenuto nel luglio 1914, così come venne cancellato il congresso della Seconda Internazionale previsto a Vienna tra il 23 ed il 29 agosto di quell'anno, in concomitanza del quale si sarebbe dovuta svolgere anche la terza Conferenza internazionale delle donne socialiste
[14]. A
San Pietroburgo, l'8 marzo
1917 (il 23 febbraio secondo il
calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra
[15]: la fiacca reazione dei
cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della
Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno
1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a
Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell'
Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In
Italia la
Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel
1922, per iniziativa del
Partito comunista d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale
Compagna, che il 1º marzo
1925 riportò un articolo di
Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'otto marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
La confusione sulle origini della ricorrenza e l'ufficializzazione dell'ONU[modifica | modifica wikitesto]
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna nelle sue prime manifestazioni, le vicende della
seconda guerra mondiale ed infine il successivo isolamento politico della Russia e del movimento comunista nel
mondo occidentale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel
secondo dopoguerra, cominciarono a circolare
fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie
Cotton o
Cottons avvenuto nel 1908 a New York
[16][17], facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo
1911, l'
incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini
[18], in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica
[19]).
Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel
1857[20], mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre
1972[24], ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della Commissione sulla condizione delle Donne (svolta a Lake Success, nella
Contea di Nassau, tra il 10 ed il 24 febbraio
1947), l'
ONU proclamò il
1975 "
Anno Internazionale delle Donne". Questo venne seguito, il 15 dicembre 1975, dalla proclamazione del "
Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace" ("
United Nations Decade for Women: Equality, Development and Peace", 1976-1985), tramite la risoluzione 3520 (XXX)
[25]. Il 16 dicembre
1977, con la risoluzione 32/142
[26] l'
Assemblea generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno "
Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale" ("
United Nations Day for Women's Rights and International Peace") e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale da molte nazioni.
La mimosa, simbolo italiano della Giornata internazionale della donna
Nel settembre del
1944, si creò a
Roma l'
UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al
PCI, al
PSI, al
Partito d'Azione, alla
Sinistra Cristiana e alla
Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo
1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a
Londra veniva approvata e inviata all'
ONU una
Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo
1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la
mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di
Teresa Noce,
[27] di
Rita Montagnana e di
Teresa Mattei.
[28]
Carica di polizia contro un corteo femminista
Nei primi
anni cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero
Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere
Noi donne, il mensile dell'
Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».
[29] Nel
1959 le senatrici
Luisa Balboni, comunista,
Giuseppina Palumbo e
Giuliana Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli
anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.
Manifestazione femminista italiana del 1977
L'8 marzo
1972 la giornata della donna a Roma si tenne in piazza
Campo de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice statunitense
Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne manifestavano con cartelli chiedendo la legalizzazione dell'
aborto e la liberazione
omosessuale. Il
matrimonio venne definito prostituzione legalizzata e circolò un volantino che chiedeva che non fossero lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità. Quelle scritte furono giudicate intollerabili e la polizia, senza lo squillo di tromba previsto, caricò, manganellò e disperse le pacifiche manifestanti.
[30] In molte città d'Italia sono stati intitolati all'8 marzo strade e giardini.