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INTERVISTA DOPPIA A VALENTINA NAPPI E SUO MARITO! Valentina Nappi: house tour tra animali, gadget, design e amore! https://twitter.com/ValeN...

giovedì 30 ottobre 2014

BIG BLACK DICK: VALENTINA NAPPI GRAN FIGA ITALIANA GODE COME UNA MAIALA CON UN GRANDE CAZZO NERO SUPER-DOTATO...







 
 
 
 
 
 
 
 

Valentina Nappi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


       

Valentina Nappi
Valentina Nappi
Valentina Nappi nel gennaio 2014
Dati biografici
Nome di nascitaValentina Nappi[1]
Data di nascita6 novembre 1990 (26 anni)[1]
Luogo di nascitaScafati[1]
Italia Italia
Dati fisici
Altezza160 cm[1]
Peso50 kg[1]
Etniacaucasica
Colorebianca
Occhicastano
Capellicastano scuro/nero
Seno naturale
Misure86-61-89[1]
Dati professionali
Altri pseudonimiValentina, Valentina B[1]
Specialità hardanale, facial, gang bang, orale, orgia
Film girati287 (per IAFD, aprile 2017)[1]
Valentina Nappi (Scafati, 6 novembre 1990) è un'attrice pornografica italiana.

Biografia

Lanciata da Rocco Siffredi nel 2011 dopo averlo contattato via e-mail,[2] Nappi ha esordito nella pornografia a ventuno anni nel film Rocco's Bitches in Uniform, prodotto da Evil Angel nel 2012.[3]
Ha all'attivo attivo oltre duecento scene in film prodotti da case di produzione porno, tra cui Brazzers, Elegant Angel, Evil Angel, Digital Playground e Jules Jordan.[1]
Nel 2012 è apparsa sull'edizione italiana di Playboy,[4] mentre nel novembre 2013 è stata Penthouse Pet (Stati Uniti) e le è stata dedicata la copertina di Penthouse nello stesso mese.[5]

Riconoscimenti


Lista dei riconoscimenti ricevuti da Valentina Nappi

Numero totale di vittorie e candidature
Totale851

AVN Awards
XBIZ Award
  • 2017 – Foreign Female Performer of the Year[8]

Filmografia parziale

  • Anal Debauchery 3 (2012)
  • The Cult (2012)
  • Hooked Up (2012)
  • Lip Service (2012)
  • Popolana (2012)
  • Rocco's Abbondanza 2: Big Boob Bonanza (2012)
  • Whore Hotel (2012)
  • Anal Buffet 8 (2013)
  • Ass Party 6 (2013)
  • Bitches in Uniform 2 (2013)
  • Christoph's Anal Attraction (2013)
  • Club Pink Velvet: The Beginning (2013)
  • Fuck My Ass (2013)
  • Girl/Boy (2013)
  • Pornstar First Encounters (2013)
  • Private Gold 161: Sexy, Horny and Homeless (2013)
  • Private Specials 75: 7 Anal Nympho Nurses (2013)
  • Private Specials 78: Ass Hunting in Venice (2013)
  • Rocco's World: Feet Obsession 2 (2013)
  • Soaking Wet (2013)
  • Sweet Petite (2013)
  • Women Seeking Women 96 (2013)
  • Young Harlots: Forbidden Fruit (2013)
  • XXX Fucktory: The Auditions (2014)
  • MILF Soup 31 (2014)
  • Members Only (2014)





mercoledì 29 ottobre 2014

I PORNO-RACCONTI DI LUCIA Z: "IL DIAVOLO SI PRESENTA ALLE TRE" - Prima Parte

Sentivo i suoi passi ogni tarda notte, allo scoccare delle 3 percorrere il vicolo dove la finestra della mia camera,certe volte restavo ad osservarlo mentre rientrava,avvolto dal suo mantello nero e accompagnato dal suo inseparabile orologio dorato.
Non mi ero mai posta domande su chi fosse veramente, nè ero mai stata curiosa di farlo parlare o avvicinarmi direttamente a lui.
Sin quando una notte buia e piovosa lo sentii camminare a passo deciso e fermarsi,mi suonò ed io aprii il portone ,bussò tre volte alla mia porta,come uno che sapeva di essere sempre stato guardato, pregandomi di aprirgli e fare presto. Accesi una candela e velocemente,senza chiedere chi fosse e volesse tolsi il catenaccio e aprii la porta, lo feci entrare,lasciando alle nostre spalle le urla minacciose di qualcuno che lo stava rincorrendo. Contemporaneamente mi mise una mano alla bocca per farmi capire di non parlare e spense la candela e quando quei passi si fermarono davanti alla mia porta sentì il cuore balzarmi in gola ed il suo corpo sovrapporsi al mio, spingendomi con le spalle contro al muro,poi quando sentì quei passi allontanarsi,si scostò. Mi ringraziò per averlo salvato da un tizio che tentò di rapinarlo e scomparve sulla strada con la stessa velocità con cui era entrato in casa mia, riguardoso come uno che non voleva compromettere la mia rispettabilità,incosciente come un amante in fuga. Lungo la notte mi ritrovai sotto le coperte a pensarlo non riuscendo più a prendere sonno rigirandomi tra le lenzuola. Il suo corpo virile e possente che mi aveva premuto e l'odore della sua pelle da “Uomo” mi erano rimasti appiccicati sulla pelle e nulla riusciva ad allontanare quelle sensazioni da me. Mi feci così il segno della croce,nell'intento di chiedere perdono di peccare un bramoso desiderio carnale per un semi sconosciuto. Ma il mio fervore non era di lussuria e sfogo,era una passione che provavo immensamente per lui.
Trascorsi la giornata con la testa confusa, pregando arrivasse la sera e sperando di rivederlo. Cenai e alle 23 crollai sulla poltrona davanti alla tv e per ore nulla fu in grado di svegliarmi. Nulla tranne quando i rintocchi del mio pendolo segnarono le 3 della mattina,mescolati ai suoi passi. Balzai dalla poltrona, andai verso la porta,lasciandola socchiusa,poco dopo i suoi passi si fermarono davanti alla mia entrata di casa, rimase immobile interminabili secondi per poi riprendere il suo cammino. Pensai di essere stata una stupida incosciente, di essermi posta da donna facile e leggera .Improvvisamente vidi la porta aprirsi e chiudersi e il suo corpo incollarsi al mio, non voleva questa volta tacessi, nemmeno aveva paura che qualcuno sulla strada ci avesse sentiti,entrò in casa e mi spinse contro al muro,aveva due occhi bellissimi colmi di desiderio. Mi guardò negli occhi e mi disse: “Grazie per ieri sera,se non c'eri tu avrei fatto una brutta fine,sono venuto a ringraziarti”.Emozionata dalla sua presenza risposi: “Prego,è stato un piacere aiutarti.” e arrossii. Avvicinò il suo viso al mio e mi infilò ardentemente la lingua in bocca,toccandomi avidamente il seno e stringendo forte le mammelle nelle sue mani grosse e possenti. Ero un fiume in piena,pervasa da profonda passione e felicità del mio desiderio che si stava realizzando,lo abbracciai e feci per sbottonargli la camicia sotto il mantello,lui mi fermò e si scostò da me dicendo: “Adesso non è il momento,un passo alla volta,alla prossima” e fulmineo come era arrivato se ne andò.

(Prosegue..)
Autrice: LUCIA Z

I PORNO-RACCONTI DI LUCIA Z: "LE STRANE VOGLIE DEL DOTTORE" - Parte Seconda e Parte Terza

Lui si sedette tra le sue cosce e osservò senza una parola la sua vagina nuda offerta,le sue mani le presero il capo e il suo cazzo si appoggiò prepotentemente sulle labbra. Fu un attimo, le socchiuse e lui con una spinta decisa fu dentro.Era in piedi davanti a lei ed in quella posizione le si infilava fino in gola soffocandola quasi e si ritraeva fino a lasciarle in bocca solo la punta che lei leccava sempre più golosamente e freneticamente.Si era messa in testa che se l’avesse fatto godere così, se la sarebbe cavata solo con un pompino, in fondo,dopo i quaranta anni,una volta sarebbe stato abbastanza e si dedicò con tutte le sue capacità a quel lavoro di bocca che poteva salvarla.In quella posizione aveva le sue palle davanti agli occhi e ne sentiva nel naso l’aroma forte di maschio alla monta. Con la lingua leccava follemente la cappella, consapevole del fatto che la parte più sensibile del glande le strusciava sul palato e non poteva stimolarla per scatenare il suo piacere.”sei una gran succhiacazzi, lo sai?le disse all’improvviso dai continua cosìe contemporaneamente accentuò le spinte col bacino infilandoglielo fino in gola.Rossella,temendo che lui volesse interrompere quella cavalcata per scoparla, intensificò gli sforzi.La stanza era piena di rumori osceni, il risucchio della bocca, la sua respirazione sempre più affannosa, i gemiti soffocati di lui, dopo un tempo che a lei sembrò infinito lui si ritrasse lasciandole in bocca solo il glande che vibrando ritmicamente le riversò in bocca abbondanti schizzi di sperma.In quella innaturale posizione non riuscì ad ingoiarlo e lo tenne lì decisa a sputarlo, ma lui parve leggerle nel pensiero e le disseDevi bere tutto, tesoro...e si ritrasse completamente aiutandola a mettersi seduta ed osservandola mentre mandava giù in due sorsi tutto il suo seme,ancora caldo.Bene” pensò lei:me la sono cavata con poco, tutto sommato non è stato neanche male”, ma nel dire questo gettò uno sguardo al suo pene e lo trovò ancora solidamente eretto.Si soffermò a guardarlo, era bello e ben proporzionato, lucido di saliva e sperma e puntato dritto su di lei. Lui seguì la direzione del suo sguardo e le disse:Sdraiati ”,accompagnando la frase con una dolce ma decisa spinta della mano e si spogliò completamente,si pose in piedi tra le sue cosce appoggiando il cazzo sulla vulva, senza entrare.Lei lo guardava ormai in preda ad un vero delirio erotico, contorcendosi nel tentativo di prenderlo dentro e raggiungere l’orgasmo, ma lui si sottraeva con maestria.Perché?” gli chiese quasi in lacrime ...e lui: "Cosa vuoi, dimmelo”. Lo sai benissimo”, No, dimmelo, implorami e forse, lo avrai”.
Dammi il tuo cazzo, lo voglio, mettilo dentro!” esplose lei, lui con un ghigno sul viso, si impugnò il membro con un mano e dopo averlo appuntato alla sua vulva spalancata e colante sprofondò dentro con una unica violenta spinta ,poi solidamente piantato dentro di lei la guardava con un sorriso enigmatico. Iniziò subito a pomparla ritmicamente ritirando il membro fino all’ingresso della vagina e sprofondando poi con spinte decise e continue; dopo qualche minuto iniziò a parlarle:”Te la sfondo io, ti voglio fottere questa bella fica stretta. Te la sei depilata per me vero troia??”
Con uno sguardo intenso catturò i suoi occhi e lentamente estrasse il membro dalla vagina traboccante succhi e lo appuntò al buchetto posteriore.
No ti prego” implorò lei
non l’ho mai fatto”
Hai paura.....?
Veramente non me la sono mai sentita con nessuno” - Ogni donna deve essere aperta dappertutto, le sue vie devono essere percorse interamente” e così dicendo iniziò a spingere.
Rossella strinse i glutei e si ritrasse dicendo; Ti prego...
Lui si fermò e le disse:
Pensi di essere in condizione di chiedere qualcosa? Per adesso non mi va, ma sappi se voglio una cosa me la prendo” e,spostando la punta della sua verga appena più in su affondò nella fica spalancata.
Lei si rilassò, lui la guardò con aria di sfida e le disse di masturbarsi, cosa che lei fece prontamente, accarezzandosi il clitoride sempre più velocemente, ebbe la dolce sensazione di sentirsi penetrata doppiamente. Lui ansimando sempre più rumorosamente intensificò il ritmo della penetrazione con una cadenza forsennata fino all'orgasmo. Di dopo le rimase addosso per qualche minuto, respirando rumorosamente, appoggiato al suo seno che di tanto in tanto succhiava dapprima dolcemente poi con sempre maggiore voluttà.
Infine si rialzò, ma le disse di restare in quella posizione. Prese da un cassetto della sua scrivania una macchina fotografica digitale e le disse
Adesso farò delle foto”
No assolutamente no” disse lei con forza, ma lui la zittì
Basta! Mi hai rotto i coglioni!”
Non puoi rifiutare nulla capito!Comunque io non voglio fotografarti in viso, non ti riconoscerà nessuno.Ti fotografo la figa e il culo, primi piani, mi piace avere dei ricordi” e lei si distese pronta all’ubbidienza.
Lui continuava a scattare decine e decine di foto, primi piani ravvicinatissimi delle sue intimità, aprendola con le dita per esplorarla meglio, costringendola a infilarsi due e poi tre dita nella vagina capiente e lubrificata.
Dopo tanti scatti le disse di alzarsi e di andare alla scrivania. Inserì un CD nel Pc e le disse di guardarlo:”Sono le foto che ho fatto ad un’amica, guardatele con calma” ed iniziò la sequenza.”
Sul monitor iniziarono a scorrere delle immagini di sesso, ognuna per alcuni secondi, permettendole di studiarle bene.C’era una donna ripresa in tutte le possibili pose, con una mascherina sul viso che le lasciava libera solo la bocca, sempre occupata dal membro del dottore (ormai lo conosceva bene) in tutti i gradi di penetrazione, e innumerevoli immagini di abbondanti schizzi di sperma sulle labbra, lingua, volto, o colanti dagli angoli di quella bocca eternamente piena di cazzo.
E poi alternate ancora diverse immagini di penetrazioni in tante pose, in tutti i modi.
Un’immagine la rese presaga del suo destino, il culo della signora alla pecorina, in primo piano, incorniciato da una guepiere, reggicalze e calze di pizzo ricamato.

Autrice: LUCIA Z

I PORNO-RACCONTI DI LUCIA Z: "LE STRANE VOGLIE DEL DOTTORE" - Parte Prima

Nella sua stanza, con i sensi scombussolati, Rossella pensava di prendere una decisione entro le 22, l’ora in cui avrebbe dovuto chiamare il “Dottore.”
Cosa voleva? Il suo istinto di donna le diceva chiaramente:”vuole me” ma la sua razionalità e le sue paure le suggerivanovuole vedermi perchè mi vede una ragazzetta da proteggere da stargli vicino”.
Poi però ripensava al modo in cui la guardava,la sfiorava volontariamente e involontariamente e alle volte che da uomo rude la riprendeva quando la vedeva fare cose che non approvava e premeva il suo corpo contro di lei,stringendole forte le mani e aderendo il corpo contro al suo.:vuole scoparmi, altro che balle!”
Ma.. chissà come scopa, magari non ce la fa, al massimo una e anche scarsa, e seguendo questo filo di pensieri un certo languore le scaldò il grembo, ed arrivò l’ora di cena.
Appena finito di mangiare, corse in camera sua devo telefonare a Hellen” l'amica del cuore, e invece con un misto di paura ed eccitazione compose il numero del dottore .
sono iO” esclamò appena lo sentì rispondere,La sua voce ferma e profonda le disse”Signorina, stasera vediamoci,credo ci sono alcune cose che non abbiamo chiarito, lei sa a cosa mi riferisco”.
Sì.. dottore, certo…capisco ..ma..” la testa le stava andando in confusione” Allora, vieni su da me verso le 23 e da sola naturalmente” disse lui con formula di cortesia, ma col tono del comando.
Lei pensò ” Sono in trappola”, e disse solo, ”va bene” e riattaccò la cornetta.Rimase lì, per qualche attimo poi pensò che magari voleva solo parlarle, farle una bella predica o cose così.In fondo lui sapeva bene da quale famiglia provenisse,conosceva i suoi genitori e cullandosi in questa rassicurante considerazione tornò dai suoi per una rassicurante serata televisiva in famiglia.
Dopo cena si chiuse in bagno e si dedicò a farsi bella.
Voleva abbagliarlo, sperava di poterlo dominare nell’incontro e limitare i danni, e comunque se doveva cedere voleva che se lo ricordasse.Si depilò accuratamente radendo i peli pubici con accuratezza e lasciando completamente esposta la sua vulva rosata, privo di qualsiasi peluria.
Si diede uno sguardo soddisfatto con uno specchietto tra le gambe e passò a lavarsi e profumarsi. Scelse un completino di pizzo semplice e sexy, pantaloni neri,camicia nera e il suo cappottino nero, elegante ed uscì . Giunse al suo studio con qualche minuto di anticipo, e bussò al citofono in preda ad una grande agitazione. Lui rispose subito e le aprì.La aspettava sulla porta e dopo averla salutata compitamente la fece entrare e chiuse la porta a chiave. La fece entrare dopo essersi seduto nella poltrona le disse:
Cara , io per lei ho tradito la fiducia di suo padre e sua madre, lo sa?”
Lei abbassò lo sguardo e rispose:Sì, certamente ma..credevo fossimo amici..”
Beh, mi sembra di ricordare di sì, certo potremmo ridare un’occhiata” e le indicò il lettino per la visita.
Lei rapidamente si spogliò restando in calze e reggiseno e si mise nella posizione oscena e spalancata che ormai conosceva bene.
Lui si sedette tra le sue cosce e osservò senza una parola la sua vulva nuda offertaLei col cuore in gola e con un filo di voce disse Dottore, sono disposta a tutto, ma non mi tradisca”.
Lui sollevò lo sguardo e con voce dura: ”Tutto vuol dire moltissimo, lo sa? Ha pensato bene alle sue parole? ”
Si, va bene tutto quello che lei mi chiederà” rispose Marina, abbandonando ogni difesa.
Lui passò alle sue spalle ed abbassò il lettino, lasciandola perfettamente orizzontale, con la testa che penzolava all’indietro.
Non fece in tempo a pensare alla scomodità della posizione che le sue mani le presero il capo e il suo cazzo si appoggiò prepotentemente sulle labbra.
Fu un attimo, le socchiuse e lui con una spinta decisa fu dentro.
Era in piedi dietro di lei ed in quella posizione le si infilava fino in gola soffocandola quasi e si ritraeva fino a lasciarle in bocca solo la punta che lei leccava sempre più golosamente e freneticamente.
Si era messa in testa che se l’avesse fatto godere così, se la sarebbe cavata solo con un pompino, in fondo, a cinquanta anni suonati, una volta sarebbe stato abbastanza e si dedicò con tutte le sue capacità a quel lavoro di bocca che poteva salvarla.
Il pompino non era mai stato il suo forte ma questa volta doveva superarsi. In quella posizione aveva le sue palle davanti agli occhi e ne sentiva nel naso l’aroma forte di maschio alla monta.
Con la lingua leccava follemente la cappella, consapevole del fatto che la parte più sensibile del glande le strusciava sul palato e non poteva stimolarla per scatenare il suo piacere.
sei una gran succhiacazzi, lo sai? - le disse all’improvviso -dai continua così ” e contemporaneamente accentuò le spinte col bacino infilandoglielo fino in gola.
Marina,temendo che lui volesse interrompere quella cavalcata per scoparla, intensificò gli sforzi, e parte per eccitarlo e parte perché era eccitata lei stessa iniziò a masturbarsi infilandosi due dita nella figa che si andava riempiendo di umori.
La stanza era piena di rumori osceni, il risucchio
della bocca, la sua respirazione sempre più affannosa, i gemiti soffocati di lui, quelli strozzati ed a bocca piena di lei, il cigolio del lettino che ormai oscillava sotto i colpi che lui le menava in gola, e dopo un tempo che a lei sembrò infinito lui si ritrasse lasciandole in bocca solo il glande che vibrando ritmicamente le riversò in bocca abbondanti schizzi di sperma.
In quella innaturale posizione non riuscì ad ingoiarlo e lo tenne lì decisa a sputarlo via, ma lui parve leggerle nel pensiero e le disse Devi bere tutto, tesoro...e si ritrasse completamente aiutandola a mettersi seduta ed osservandola mentre mandava giù in due sorsi tutto il suo seme,ancora caldo.
Bene” pensò marina me la sono cavata con poco, tutto sommato non è stato neanche male”, ma nel dire questo gettò uno sguardo al suo pene e lo trovò ancora solidamente eretto.
Si soffermò a guardarlo, era bello e ben proporzionato, lucido di saliva e sperma e puntato dritto su di lei. Lui seguì la direzione del suo sguardo e le disse: Sdraiati come prima”, accompagnando la frase con una dolce ma decisa spinta della mano.
Lei si stese e sollevò le cosce sui sostegni ed istintivamente la mano corse verso la vulva ed iniziò a stimolare il clitoride eccitato e voglioso.
Sei una vera troietta” le disse lui spogliandosi completamente, e si pose in piedi tra le sue cosce appoggiando il cazzo sulla vulva, senza entrare.
E se rimango incinta?” chiese lei, ma fu zittita subito.Prenderai queste”, ribattè mostrandogli delle pillole. Le fece togliere il reggiseno e le sue tette solide e con i capezzoli eretti svettarono verso l’alto, continuò a sfregare il membro su tutta lo spacco, soffermandosi a spingere sul clitoride, senza decidersi ad entrare.
Lei lo guardava ormai in preda ad un vero delirio erotico, contorcendosi nel tentativo di prenderlo dentro e raggiungere l’orgasmo, ma lui si sottraeva con maestria.
Perché?” gli chiese quasi in lacrime e lui
Cosa vuoi, dimmelo”.
Lo sai benissimo”, No, dimmelo, implorami e, forse, lo avrai”.
Dammi il tuo cazzo, lo voglio, mettilo dentro, fottimi dai” esplose marina, in uno spasmo preorgasmico e lui con un ghigno sul viso, si impugnò il membro con un mano e dopo averlo appuntato alla sua vulva spalancata e colante abbondanti succhi le sprofondò dentro con una unica violenta spinta che la proiettò istantaneamente in un orgasmo fortissimo e lungo dal quale riemerse faticosamente.
Quando ritornò in sè lui era fermo, solidamente piantato dentro di lei e la guardava con un sorriso enigmatico. Iniziò subito a pomparla ritmicamente ritirando il membro fino all’ingresso della vagina e sprofondando poi con spinte decise e continue; dopo qualche minuto iniziò a parlarle: ”Alloratroietta, dimmi, quando ti hanno sverginato quanti anni avevi.eh?” Quattordici” rispose Marina ansimando a tempo con le spinte che la scavavano in profondità.
E poi quanti ne hai presi?tanti, pochi? Hai la figa stretta, non te l’hanno mai sfondata” Nnnohhh, ho scohpatohhh mahhh sfonnnndatahhh maaaaaiiiiiii”
Te la sfondo io, ti infilo dentro tutta la mano dopo, ma adesso ti voglio fottere questa bella fica stretta. Te la sei depilata per me vero troia?? ”
Sssiiiihhhh, vohhlehhhvvoo essere bella” Zitta adesso” le intimò lui e continuò ad affondare in lei con un ritmo incalzante che la portò rapidamente ad un altro orgasmo che la lasciò stremata e senza fiato.
Lui continuò a muoversi dentro di lei, più lentamente e infine si fermò. Con uno sguardo intenso catturò i suoi occhi e lentamente estrasse il membro dalla vagina traboccante succhi e lo appuntò al buchetto posteriore.
No ti prego” implorò lei non l’ho mai fatto” e come mai? Hai paura.....?
Veramente non me l’ha mai chiesto nessuno”
Sciocchi, ogni donna deve essere aperta dappertutto, le sue vie percorse interamente” e così dicendo iniziò a spingere.
Marina strinse i glutei e si ritrasse dicendo
Ti prego.....
Lui si fermò e le disse
Pensi di essere in condizione di chiedere qualcosa? Per adesso non mi va più, ma ricorda la tua condizione” e, spostando la punta della sua verga appena più in su la affondò nella fica spalancata con un viscido fruscio.
Lei si rilassò abbandonandosi alla scopata, ma lui la costrinse ad una partecipazione più attiva, infilandole un dito in bocca e facendolo insalivare accuratamente. Continuando a pomparla le appoggiò il dito allo sfintere e con una spinta progressiva le penetrò quel buchetto che già conosceva bene. La guardò con aria di sfida e le disse di masturbarsi, cosa che lei fece prontamente, accarezzandosi il clitoride sempre più velocemente, inseguendo l’ennesimo
orgasmo reso lontano dalla confusione di sensazioni, con la figa colma, e il culo martoriato da quel dito che trasmettendo gli urti del cazzo attraverso la sottile parete di carne la faceva sentire penetrata doppiamente. Lui ansimando sempre più rumorosamente intensificò il ritmo della penetrazione fino ad una cadenza forsennata (ma come farà il vecchio? pensò lei in un attimo di lucidità) che la portò infine all’orgasmo, mentre si straziava il clitoride con le dita contratte.
Alle sue prime contrazioni, che si trasmisero a tutto il corpo culminando nell’ano scavato da quel piccolo dito/pene rigido lui si chinò su di lei e con un colpo di reni finale le venne dentro, con una serie di feroci spinte che la squassarono, aprendola come mai. Le rimase addosso per qualche minuto, respirando rumorosamente, appoggiato al suo seno che di tanto in tanto succhiava dapprima dolcemente poi con sempre maggiore voluttà.
Infine si rialzò, ma le disse di restare in quella posizione. Prese da un cassetto della sua scrivania una macchina fotografica digitale e le disse
Adesso farò delle foto”
No assolutamente no” disse lei con forza, ma lui la zittì
Basta! Mi hai rotto i coglioni!
Non puoi rifiutare nulla capito. Sono stati i tuoi patti.Comunque io non voglio fotografarti in viso, non ti riconoscerà nessuno. Ti fotografo la fica e il culo, primi piani, mi piace avere dei ricordi” e lei si distese pronta all’ubbidienza.
Sentiva il suo sperma colarle lentamente fuori dalle labbra, immaginò come sarebbe stato lo spettacolo della sua vulva infiammata con il filo bianchiccio del suo seme che colava tra i glutei, insinuandosi nelle pieghe del suo culo.
Lui continuava a scattare decine e decine di foto, primi piani ravvicinatissimi delle sue intimità, aprendola con le dita per esplorarla meglio, costringendola a infilarsi due e poi tre dita nella vagina capiente e lubrificata.
Dopo oltre cento scatti le disse di alzarsi e di andare alla scrivania. Inserì un CD nel computer e le disse di guardarlo:”Sono le foto che ho fatto ad un’amica, guardatele con calma” ed iniziò la sequenza.”
Sul monitor iniziarono a scorrere delle immagini di sesso, ognuna per alcuni secondi, permettendole di studiarle bene.C’era una donna ripresa in tutte le possibili pose, con una mascherina sul viso che le lasciava libera solo la bocca, sempre occupata dal membro del dottore (ormai lo conosceva bene) in tutti i gradi di penetrazione, e innumerevoli immagini di abbondanti schizzi di sperma sulle labbra, lingua, volto, o colanti dagli angoli di quella bocca eternamente piena di cazzo.
E poi alternate ancora un diluvio di immagini di penetrazioni in tutte le pose, in tutti i modi, con oggetti, mani,dita, cazzo teso.
Un’immagine la rese presaga del suo destino, il culo della signora alla pecorina, in primo piano, incorniciato da una guepiere, reggicalze e calze di pizzo ricamato, tenuto aperto dalle sue mani delicate ed al centro il buco anale stirato all’inverosimile dal cazzo che, affondato per metà, lo deformava saldamente piantato nello sfintere.
Le mani del dottore dietro di lei la spinsero giù col busto sulla scrivania, il viso a pochi centimetri dal monitor, ed il culetto ,alto ed indifeso, proteso all’indietro.
Lo sentì scattare ancora decine di scatti del suo buchetto spalancato ed esposto che si dilatava e ritraeva negli spasmi dell’eccitazione che le immagini e la paura le facevano crescere dentro, e poi le sue dita spalmarle sull’ano una crema e subito dopo il suo membro, durissimo si appoggiò ed iniziò a spingere.
Lei si arrese subito, e spinse con i muscoli interni per agevolare la penetrazione, sperando di sentire poco male, ma quando lo sfintere cedette bruscamente e lui sprofondò con una buona metà della sua asta crudele, si sentì sventrata e soffocò un urlo.
Lui attese qualche secondo e poi con una spinta finale le riempì completamente il retto, arrestandosi quando le palle si appoggiarono schiacciandosi contro la vulva.
Lei sentì fisicamente quasi il rumore dello sfintere che si sfiancava al passaggio del membro teso, e si accasciò sulla scrivania.
Goditi lo spettacolo e lasciami fare, troietta” le sibilò lui, e lei rimase paralizzata ad osservare le foto che continuavano a scorrere sullo schermo, ormai tutte inculate,con immagini del prima con le pieghe palpitanti e in attesa, dell’atto in corso con quella corona di carne marroncina fino all’asta crudelmente piantata nel retto, al dopo, con immagini di uno sfintere sfiancato che restava aperto per un tempo reso eterno dal fotogramma, a mostrare nella cruda luce del flash le mucose interne con tracce di sperma.
Lui continuava a scattare foto, ora del suo culo impalato nel quale rimaneva piantato senza movimenti, e lei confondeva il proprio vissuto con quello che vedeva nel monitor, ed ormai quel culo così sapientemente e completamente penetrato nelle fotografie, era il suo.
L’asta tesissima era dentro da qualche minuto e lo sfintere si stava adattando, lasciandole più libertà di movimenti e di sensazioni. Lui colse al volo il cambiamento e iniziò un vai e vieni incredibilmente dolce, ritraendosi fino al glande e affondandole nel retto, dandole la sensazione di rimestarle le viscere.
Adesso rimani così e non fare nulla, qualsiasi cosa io faccia” le disse lui e lo sentì prendere il telefono, comporre un numero e, continuando a pompare nel suo culetto, iniziare una conversazione, di cui lei poteva sentire solo le sue frasi.
Ciao sono Alberto”
Mi avevi detto che eri sola, e ti ho chiamata, sono in studio, e indovina cosa sto facendo ? Sei una vera porca. No sono solo, ma hai quasi indovinato, sto guardando le tue foto, e in effetti sono parecchio eccitato”
Marina trasalì: era lei, la donna delle foto, quella donna di cui conosceva ogni intimità come se fosse la propria, quella con cui si stava confondendo ed immedesimando in quella sodomizzazione senza fine.
Sai adesso sto guardando quelle in cui ti faccio il culo e se chiudo gli occhi mi sembra di esserti dentro, magari.Se fossi qui sai cosa ti farei? Ti metterei giù sulla mia scrivania, e ti tirerei su la gonna. Poi ti toglierei le mutande e in piedi dentro di te ti affonderei dentro, anzi lo sto facendo mi senti?”
Ed affondò con forza dentro Marina, che ormai presa nel gioco si sentiva la donna misteriosa, le cui immagini passavano ciclicamente sullo schermo, senza sosta, riprendendo dall’inizio.
Troia! E dove pensavi che l’avessi messo, nella ficona che ti ritrovi? Nooooo, sono piantato nel tuo culetto stretto. Te l’ho mai detto che hai un culo da ragazzina?”
Va bene, te l’avrò detto cento volte, ma mi stupisco ogni volta, hai quasi cinquanta anni e il culo di una quindicenne, lo sento anche adesso che mi strozza bene il cazzo” e, così dicendo, diede un paio di rapidi colpi dentro Marina che si inarcò per il piacere che cominciava a scavarla dentro.
Sei una maga, mi sto davvero accarezzando, e tu? Lo sapevo, ti va di godere insieme?”
Dai adesso ti stai fottendo con le dita?”
E cosa ti stai infilando, troia? No, la Barbie di tua figlia? E come fai? Le hai tolto le braccia e te la infili dalla testa! Grande!! E magari non è la prima volta...lo fai da anni, ti scopi con la bambolina della bambina! Io ho stretto le dita, strette come il tuo culo e sono in piedi, come se ti avessi qui” e cominciò ad accelerare le spinte con le quali ormai volava senza freni nelle profondità dell’ano di Marina.
Mi sembra davvero di essere dentro il tuo bel culo sai ?.... ho un idea, ti va se metto il viva voce e posso sentirti urlare per bene”
Chinandosi su Marina le disse:
Se fai anche un solo rumore dico tutto ai tuoi, devi stare zittissima” e lei annuì, stravolta.
Inserì il viva voce e una calda voce di donna invase la stanza.
Si Alberto sìììì, dai…dai, ti sento dentro dai…..”
Marina soffocò un urlo: quella voce, la donna delle foto così oscenamente goduta, la sua Barbie, nella fica di sua madre...!
Ebbe un moto di rivolta ma lui la prevenne e le si getto addosso con tutto il suo peso, iniziando a penetrarla con colpi di inaudita violenza che ogni volta la sollevavano con i piedi da terra, tenendola per frazioni di attimo sospesa sul suo membro.
 amore dai….dai che veniamo, dai …..” urlò quasi verso il telefono dal quale uscivano i gemiti e i mugolii della madre di marina, ormai in preda al suo orgasmo.
E così dicendo con una serie di spinte finali con le quali affondò quasi il pube tra i suoi glutei venne dentro di lei, restando poi sdraiato sulla sua schiena, respirando affannosamente.
Tesoro ci sei ancora?” disse sua madre dal telefono:  sono qui, mi stavo rilassando un pò e tu....
Io devo andare sai , mia figlia sarà qui tra poco, e devo ripulire la bambolina e preparare qualcosa per cena”
Dov’è adesso la barbie?”
Ancora dentro, sento le sue tettine sul punto G, sembra fatta apposta, ma avra come sempre i capelli inzuppati, devo lavarli e asciugarla. E tu tesoro hai schizzato sulla scrivania?”
No ho usato un telino”
Tienilo, non lavarlo. La prossima volta che vengo voglio odorarlo tutto mentre facciamo l’amore, tutto il profumo del tuo sperma per me”.
A proposito quando ci vediamo?”
Pensavo mercoledì, va bene per te? Farò uno dei soliti giri di volontariato in ospedale, solo che mi occuperò dell’uccello del dottore”
Continuarono a prendere accordi mentre Marina ascoltava stranita sua madre troieggiare con leggerezza al telefono dopo averla vista in una serie infinita di pose oscene e ascoltata masturbarsi fino a godere.Si sentiva tradita ed umiliata e accolse con sollievo la fine della telefonata.
Adesso ti saluto, devo andare anch’io, stasera sono a cena con mia moglie e poi penso di scopare con lei.
Ma come fai alla tua età? Sei appena venuto con me e già pensi a rifarlo?”
Tesoro come faccio lo sai benissimo: una bella compressa di Viagra e via, posso farlo anche 3 volte come tu ben sai.
Ecco come fa il bastardo, pensò Marina e mi ha stesa così.Appena lui terminò la conversazione, si sollevò dal suo corpo ed estrasse il pene ancora semieretto dallo sfintere che andava lentamente riprendendo tono dopo la violenta penetrazione, e si sedette sulla poltrona. Marina si rialzò e guardandolo, con gli occhi pieni di lacrime gli chiese
Lei era d’accordo con te?” rimanendo in attesa della sua risposta. Lui la guardò con intensità e poi
Assolutamente no.Siamo amanti da oltre 10 anni, ma non ti tradirebbe mai.
In questa situazione ti ci sei messa da sola ed io ne ho approfittato, ma lei ti crede ancora pura come un giglio e noi glielo lasceremo credere no?”
Certo” disse Marina” me lo sono guadagnato”.
Lui non disse nulla, le prese la mano e la prese dolcemente in braccio e cominciò a cullarla, baciandole la bocca con tenerezza.
Hai goduto tesoro mio?”
Direi di no, mi hai rotta tutta lì dietro, non ci sono riuscita.
Col tempo ci riuscirai, vedrai, è solo questione di tempo e pratica, ed io te la farò fare. Però , piccola troietta che sei, ricordati di darmi sempre del lei, chiaro?”
Lei capì che non sarebbe stata l’ultima volta e pensò....e va bene cosa me ne frega, mi prendo il sesso e poi si vedrà”.
Guardandolo gli disse
Non voglio più scopare, mi fa male dappertutto, ma vorrei venire”.
Lui le sorrise e la stese sul dorso sulla sua scrivania: le aprì le cosce con lentezza ed affondò il viso sulla vulva lucida di umori e gonfia per gli abusi subiti.
Le labbra si chiusero sul clitoride e iniziò un delizioso e leggero frullio con la lingua che la portarono rapidamente all’orgasmo, un orgasmo negato dalla violenza della sodomizzazione e dallo sconvolgimento della rivelazione su sua madre, ma che ora le apparteneva e che lei visse in assoluta solitudine, quasi si stesse masturbando con la sua bocca. Lui le risucchiò ogni succo che colava dalla vagina pulsante e la lasciò pulita e prosciugata.
Si rialzò e prendendola per le braccia le disse di rivestirsi.Marina al centro della stanza indossò la sua biancheria ed i suoi vestiti e si rinfrescò il viso, preparandosi a tornare a casa.Mio Dio, a casa da sua madre, che qualche minuto prima aveva sentito godere,con una delle sue bambole nella fica.
Beh, ormai era fatta, e poi se lei si sentiva così porca da qualcuna doveva ben aver preso.
Lo guardò soddisfatto mentre si rivestiva e gli disse
Contento eh.... di scoparsi la mamma e la figlia?”
Non l’avevo preordinato, ma mi è piaciuto molto - e dopo qualche attimo aggiunse - anzi, mi sembra che hai una sorellina più piccola no?”
Non ci pensi nemmeno, ha solo 17 anni.
Crescerà, come hai fatto tu, e poi non voglio mica violentarla. Ma se un giorno avesse un problemino tipo il tuo, sai come consigliarla, posso essere un amico anche per lei”, disse con un sorriso da vero porco.Marina non rispose nulla, sapeva che in fondo lui aveva ragione, se ne avessero avuto bisogno lui le avrebbe aiutate in cambio di quell’osceno prezzo.
E sua sorella sembrava avere anche lei una natura calda, a giudicare dalle volte in cui ,di notte l’aveva sentita masturbarsi nel lettino accanto al suo.
Insieme uscirono dallo studio e lui la salutò sulla porta molto formalmente avviandosi verso la macchina. Lei si avviò verso il parcheggio dei taxi, con qualche fitta di dolore al culetto, ma poi il passo si sciolse e si avviò decisa verso il ritorno a casa.Si sentiva dominata, usata, davvero deflorata in ogni possibile modo, fottuta e non solo materialmente, ma anche deliziosamente ed eroticamente donna, e in qualche fibra nascosta della sua fighetta fresca.

Autrice: LUCIA Z